martedì 14 aprile 2015

VASTO, CONSIGLIO COMUNALE. LA CORTINA FUMOGENA DELLA MAGGIORANZA

: La sinistra maschera la crisi spostando l’attenzione sulle risse verbali


Leggo di aggressioni verbali al sindaco, di intemperanze durante il Consiglio comunale, note di condanna da parte del centrosinistra nei confronti del consigliere comunale D’Alessandro che si sarebbe scagliato contro il primo cittadino con offese anche della sfera personale. Ho l’impressione, considerato che ero seduto anch’io tra il pubblico quando al consigliere D’Alessandro è stato impedito di parlare nonostante ne avesse pieno diritto, che si voglia spostare l’attenzione su altro, pur di mascherare la totale debacle del centrosinistra al cospetto di argomenti, discussi in Aula, assai spinosi che hanno visto la maggioranza sgretolarsi. Le cronache giornalistiche riferiscono della lite degenerata a male parole, ma non dell’abbandono dell’Aula, ad avvio di lavori, del vice Presidente del Consiglio Gino Marcello in aperto dissenso con la sua maggioranza. Marcello non ha partecipato al voto sul bilancio di previsione 2015, l’atto politico per eccellenza di un’amministrazione comunale. Così come non leggo, dalle cronache, che sul piano triennale delle Opere Pubbliche, i socialisti si sono astenuti e sulle tariffe Tari, cioè sui rifiuti, oltre all’astensione dei socialisti si è registrata l’astensione del Presidente della Commissione regolamenti, Elio Baccalà, in aperto dissenso con la sua maggioranza. Non a caso, il voto sulla conferma delle tariffe Tari 2015 è stato di 10-9 con 3 astensioni. Per un pelo la maggioranza non è andata sotto. Cosa dire, inoltre, dell’assenza in Consiglio dell’assessore socialista Gino Masciulli che ha rimesso la delega al partito che continua a chiedere un programma di fine consigliatura? Ed ancora, è un caso che Lapenna abbia abbandonato l’Aula assieme al centrosinistra proprio mentre si discutevano le mozioni sulla sicurezza in città e, successivamente, si sarebbe dovuto parlare della chiusura della Casa di Riposo di Sant’Onofrio decretata dal sindaco con proprio atto, lì dove le opposizioni avevano presentato una mozione con la quale si chiedeva la revoca della ordinanza di chiusura? Ecco, la lettura politica del Consiglio comunale di ieri è questa.  Il resto è solo un modo per sviare dai temi più sensibili della città che continua a sprofondare al cospetto di una classe dirigente cittadina che non regge più il confronto politico in Aula.   

 Francesco Piccolotti

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