venerdì 1 maggio 2015

DI AMIANTO SI MUORE


Oggi, 1 maggio festa dei lavoratori, dovrebbe rappresentare una momento importante di riflessione sul mondo del lavoro, sulle politiche per accrescere ed estendere occasioni per nuovi lavori dalla forte impronta ecologica che escluda ogni minaccia alla salute dei lavoratori. Invece la coltre di silenzio, della indifferenza, della ignavia ha caratterizzato il giorno 28 aprile, giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto che in tutto il mondo ha seminato vittime e tragedie proprio alla classe dei lavoratori costretti inconsapevolmente al contatto con i materiali industriali dove l’amianto era predominante. Un vero genocidio i cui responsabili ancora non vengono colpiti, come nel caso della vergognosa sentenza della Corte di Cassazione che ha assolto i responsabili multimiliardari proprietari svizzeri. L’amianto, nonostante le chiacchere dei governi Monti, Letta, e ora di Renzi, continua a mietere vittime senza che provvedimenti seri dal punto di vista economico del risarcimento alle vittime vengano adottate, anzi siamo addirittura in presenza, nonostante la legge n. 257 del 1992 che ne vieta uso per ogni tipo, da quello industriale a quello civile, di un fatto gravissimo, e cioè la importazione in questi anni di tonnellate di amianto da India e altri paesi. Sembra che nessun provvedimento per impedire ciò sia stato preso. Il senatore Felice Casson con pochi altri senatori ha posto interrogazioni perché il governo risponda seriamente sulle responsabilità di chi ha permesso la introduzione del minerale killer. Speravamo che in Abruzzo si levasse qualche voce dei parlamentari di vario schieramento; parlamentari del territorio del vastese e altri territori. Ahimè un silenzio assordante!. PD, M5S, Sel, Rifondazione, Lega, F.I. : niente. E’ molto probabile, anzi ne sono certo che questi abruzzesi nemmeno conoscono la legge regionale n. 11 del 4 agosto del 2009 che vieta l’uso e lo smantellamento dell’amianto.  Ma sono anche certo che nemmeno conoscono o si sono informati, che dal 2005 doveva essere pronto il Piano Regionale Amianto trascurato da tutti i governi succedutisi. Una delle Regioni (assieme a Calabria, Puglia, Lazio, Molise, Sardegna), che ancora non ha adottato e messo in esercizio tale piano che sicuramente sarà costato una spesa ingente per le tasche dei cittadini abruzzesi. Eppure in Abruzzo esistono siti industriali oltre 600, circa 5000 edifici pubblici con molte scuole, oltre 5000 edifici privati, oltre 200 mila siti già verificati e censiti contenente amianto, e decine e decini di casi di morte per mesotelioma pleurico e altre patologie correlate. Questo governo regionale, misto di frattaglie politiche, di tutto si occupa, fuorchè di interventi per bonificare siti, predisporre piani per lo smaltimento, concretizzare il famoso libro dei tumori: una meteora che ogni governo dice di realizzare, e infine e non ultimo, osservare la stessa legge regionale per la sorveglianza sanitaria per i lavoratori ex esposti ad amianto. E qui dobbiamo interrogare le ASL delle varie province per dirci cosa stanno facendo al riguardo. Avevamo confidato che questo dramma sociale venisse affrontato dalla parlamentare del territorio Dottoressa Amato che vanta una elevata professione come medico e primario ospedaliero. Ma mi sembra che del suo partito, il PD,  l’unico politico che da anni cerca di sollecitare governi di ogni tipo sia  il senatore Felice Casson che ha dimostrato anche con la ultima interrogazione sul caso di importazione delle tonnellate  amianto una sensibilità non comune. I dati sono pesantissimi : a fronte di una esposizione in Italia di circa 40 milioni di tonnellate e che provocano una vera epidemia di oltre 6000 morti da amianto, siamo in presenza di importazione di nuove tonnellate di questo minerale killer!. Chi controlla, quali sono gli enti che dovrebbero impedire e far osservare la legge del 1992? Quando si dice che un territorio è abbandonato e che i politici sono al di fuori della realtà diciamo una cosa vera! Essi si occupano della nuova legge elettorale e ne cantano le lodi, nel frattempo i problemi drammatici, sociali e del lavoro, della vita in carne ed ossa delle popolazioni che li hanno votati languono e ristagnano, anzi si aggravano. Un 1 maggio mesto e sconsolato, non una festa, ma una riflessione sulla situazione e sui drammi che avvolgono la nostra società e i territori di cui siamo parte. Nel frattempo come ONA di Vasto, continueremo nella opera di informazione, nella azione per denunciare pubblicamente le istituzioni che dovrebbero fare opera di prevenzione e tutela della salute dei cittadini tutti.

Vasto 1 maggio 2015
Ivo Menna coordinatore ONA (osservatorio nazionale amianto).
      



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