martedì 23 giugno 2015

Una ninfa non greca nel bel mezzo della Magna Grecia



Le origini di Taranto sono legate a Satùro, località tra spiaggia e scogli ora nel territorio del comune di Leporano. Secondo la leggenda, Satùro (Satyrion) deriva da Satyria, la ninfa locale amata dal dio Poseidone, dalla cui unione sarebbe poi nato Taras il greco, il mitico fondatore di Taranto. Il che sta a significare che la mitologia ellenica fa propria una ninfa indigena, onorata sulle spiagge ioniche non ancora greche, collocandola nell’atto fondativo della πóλις. La colonizzazione, dunque, spartana nel caso di Taranto, si sovrappone ad una civiltà già esistente, testimoniata da rinvenimenti archeologici molto stratificati, in contatto diretto (o meglio in scontro armato) con gli Iapigi, a loro volta fondatori di una città pre-esistente rispetto alla città-stato greca. È presumibile, comunque, che il culto di Satyria sia riconducibile addirittura alla civiltà mediterranea che fiorì in queste contrade molto tempo prima di Cristo (2.500 a. C.). D’altra parte, gli insediamenti rinvenuti a Satùro testimoniano del rapporto tra i primitivi abitatori, non indoeuropei, e le successive ondate dei popoli indoeuropei. In mezzo a tutto questo turbinio di genti così diverse tra loro, resiste una sola costante, un solo nome, quello di una ninfa: Satyria.

Giacinto Zappacosta

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