
In questo, ma solo in questo, sono molto pasoliniano. Tra il figlio di papà, che ha tempo e voglia di occupare l’autostrada, e il carabiniere, figlio di operai, insultato a motivo dell’esiguo stipendio, io preferisco quest’ultimo, senza riserve. Di fronte l’uno all’altro, il dipendente dello Stato (una volta si diceva, ma non si usa più, servitore dello Stato) e il rivoluzionario di professione, quello che impedisce la viabilità stradale e ferroviaria. Certo, la rivoluzione innanzi tutto, il sacro furore che hegelianamente giustifica e assolve. Ma il figlio di papà sa cosa significhi per un camionista trovarsi bloccato su un’autostrada, bivaccare come una bestia al freddo e a digiuno? E per un pendolare, dopo una giornata di lavoro, sentirsi prigioniero in un vagone mentre magari i figli ti aspettano a casa perché vogliono essere aiutati a fare i compiti? No, il figlio di papà non lo sa. Il carabiniere sì, lo sa. Pasolini, che pure aveva una sua sensibilità, lo aveva capito.
g.z.
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