venerdì 11 settembre 2015

LA “RIVOLUZIONE” DI PAPA FRANCESCO


Ha avuto una vasta eco mediatica l’annuncio della radicale trasformazione, da parte del Papa, della procedura canonica delle cause di nullità matrimoniale. Anche se era da tempo che l’iter della Sacra Rota, i costi e i tempi erano oggetto di costanti rilievi anche da parte dei Vescovi.
Lo stesso Papa aveva di recente criticato  gli alti costi che quella procedura prevedeva (c’è poco da aspettare il secondo grado di giudizio se il vizio canonico è evidente!). Adesso il giudice di prima istanza   sarà il vescovo diocesano, i tempi si accorceranno notevolmente (massimo un anno anche per i processi ordinari) e sarà tutto gratuito (“per quanto possibile” è l’espressione usata dal Papa nel “Motu Proprio”).
 E sulla “gratuità” i malumori si sono subito fatti sentire attraverso Elisabetta Macrini, avvocato rotale, che si è fatta interprete dei suoi colleghi riuniti a Gaeta per il Convegno Nazionale dell’Associazione Canonistica. Ma pare non sia in discussione l’onorario per gli avvocati, solo che l’eliminazione della doppia sentenza riduce della metà il loro lavoro!
Dopo quasi tre secoli, l’attuale procedura era stata introdotta da Papa Benedetto XIV (1740\1758), cambia  radicalmente il modo stesso di intendere il processo canonico per l’annullamento del matrimonio religioso e il “Motu Proprio” del Papa è talmente innovativo che pare abbia colto di sorpresa anche una parte della gerarchia, pur a conoscenza che da un anno una Commissione stava lavorando a questa riforma.
Il provvedimento papale entrerà in vigore l’ 8 dicembre, festa dell’Immacolata e data d’inizio dell’Anno Santo della Misericordia.
Le critiche maggiori si sono già lette sui giornali e arrivano, ma c’era da aspettarselo, dai cosiddetti “Atei Devoti” (mai ossimoro fu così efficace), che già in passato non hanno risparmiato censure a questo Papa. L’esponente più noto è Giuliano Ferrara con “La Voce”, ma anche “Il Giornale” (“Caos Matrimoni”, il titolo in prima pagina) ha presto preso una posizione critica.
C’è motivo di preoccuparsene? Neppure un po’! Certo dà fastidio che gente lontana dalla dottrina cattolica, non esiti ad usare strumentalmente questa dottrina per propagandare le proprie idee tradizionaliste (legate ad una società che fortunatamente non esiste più) e, pur non entrando neppure in chiesa, pretende di insegnare al Papa come si fa il Papa.


NICOLANGELO D’ADAMO

2 commenti:

  1. Pare però che il "fastidio" sia avvertito anche da gente non lontana dalla dottrina cattolica.

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  2. Caro Paolo, se ti riferisci a Socci, al quale ho scritto, è meglio se stendiamo un velo pietoso. Le sue posizioni sono ormai puerili.

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