martedì 22 settembre 2015

QUESTIONE MORALE / 3


Il riferimento amministrativo è nel ‘Piano raccolta integrata dei rifiuti’ approvato con delibera del Consiglio comunale numero 6 del 7 marzo 2008, Piano che prevedeva uno start up della durata di 15 settimane nonché una campagna di comunicazione di supporto di 23 settimane. Detto, fatto. O forse, fatta la legge, trovato l’inganno. Dalle poche settimane previste, attraverso le quali dovevano dispiegarsi lo start up vero e proprio e poi la campagna informativa presso i cittadini utenti, siamo passati, senza colpo ferire, a 6 anni. Per essere chiari fino in fondo, e per capire la portata dell’imbroglio: mentre si prevedeva un periodo breve, a sostegno di un’attività nuova per Vasto, nel silenzio e col favore delle tenebre del potere cartaceo-amministrativo-burocratico, rigorosamente targato Pd, si è arrivati ad un lasso di tempo notevolmente più lungo, quando oramai la raccolta differenziata era consegnata alle abitudini quotidiane dei cittadini vastesi. Costo? Intanto, il circolo locale dell’Arci, l’associazione parallela e fiancheggiatrice, per istinto e ideologia tutta orientata a sinistra, ha incassato, in 6 anni, circa 90mila euro, una somma sborsata per quella attività di sostegno che doveva durare poche settimane. Lo scenario, al quale non faremo mai l’abitudine, è sempre il medesimo: aggiustamenti di stampo politico-clientelare, cordate amiche che si sostengono a vicenda in un meccanismo perfetto, oliato e collaudato, un sistema di potere, tetragono alle critiche che salgono dall’opinione pubblica, che alimenta un fitto sottobosco di consensi elettorali e di danari graziosamente elargiti. Sei anni per avviare la raccolta differenziata, dunque, sei anni, ed è un mistero nel mistero, interrotti bruscamente in concomitanza con gli articoli di denuncia pubblicati su queste colonne. Tutto qui? Nemmeno per sogno. Chi ha trovato utile collocamento lavorativo nello start up e successivi sviluppi gestiti dall’Arci? Maria Grazia La Verghetta, che è, del tutto casualmente, la moglie di Nicola (detto Lino) Salvatorelli, a sua volta presidente del circolo cittadino dell’Arci. E il cerchio si chiude.

g.z.

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