mercoledì 23 settembre 2015

QUESTIONE MORALE / 4

Il Comune indice una manifestazione culturale e la moglie del sindaco è nella giuria. Succede a Vasto, dove, sembra evidente, il provincialismo detta regole, se si possono chiamare regole. ‘Vasto film festival, edizione 2013’, Luciano Lapenna, Bianca Campli, Meta srl di Treglio. Ci sarebbe da scrivere molto. Nell’essenziale: ‘vuol dire che la moglie del sindaco deve fare la casalinga’, l’empito lapenniano, è irricevibile. Lapenna deve capire, e mi auguro che capisca sforzandosi un po’, che ci sono ragioni di opportunità e di decoro che impongono determinati comportamenti o rinunce. Era proprio necessario che la Campli sedesse tra i giurati? Suvvia, la sua presenza non era indispensabile, il suo apporto non era infungibile. Vero, Bianca? Ho detto tante volte e ripeto qui che il pubblico amministratore deve non solo essere onesto, ma anche apparirlo. Aggiungerei che deve esibire in pubblico una specchiata onestà. Voglia di protagonismo da parte della signora? Lo escludo. A complicare le cose, c’è quello strano rapporto tra la Meta, cui il Comune ha affidato la gestione del Vasto film festival, e la moglie del sindaco. Scorrendo su internet, in particolare sul sito ufficiale dell’agenzia, così viene detto e così viene certificato. Purtroppo i due coniugi sono andati ad infilarsi in un pasticcio più grosso di loro. Labile quella querimonia della diretta interessata, resa tra l’altro in un idioma burocratico da scartoffie di ufficio. ‘La sottoscritta Bianca Campli, premesso che…’. Ma chi gliel’ha scritta? Il marito? Una precisazione, la sua, che non dice nulla, un comunicato stampa diramato a beneficio di amici intimi, compagni ed aggregati, tanto per poter dire agli ingenui ‘ho smentito’. Il mio consiglio è che i due coniugi evitino situazioni nelle quali, in occasione di pubblici convegni, la moglie, ad esempio nella sua qualità di presidente del club Unesco di Vasto, dia ‘la parola al sindaco’. A me verrebbe da ridere.

g.z.


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