venerdì 2 ottobre 2015

"La voce della fede continui ad essere ascoltata"

Un dialogo attraverso la memoria storica del popolo, un discorso che sconvolge schemi, approcci ideologici e stanchezze mentali di tutti i tipi. C’è innanzi tutto il richiamo, altissimo, al dovere del legislatore, che trova un esempio in Mosè e in una trascendenza valoriale ormai annichilita nella società liquida. E c’è, anche, un approccio, non nuovo, per la verità, alla realtà storica di un determinato Paese, quell’atteggiamento che ti porta a considerare quello che di buono ha prodotto una società e a scorgervi lo Spirito che soffia a vivificare situazioni, uomini, donne, ambienti. Evangelizzare le culture, di questo si tratta, nel rispetto delle tradizioni. Il discorso pronunciato dal Santo Padre dinanzi al Congresso degli Stati Uniti è di spessore, frutto di una sensibilità pastorale che vuole esaltare le potenzialità morali e religiose di una nazione complessa e variegata. Quattro personaggi, non tutti noti al grande pubblico, ognuno con la propria individualità, ma tutti inseriti nel tessuto sociale. Eccoli: Abramo Lincoln, Martin Luther King, Dorothy Day e Thomas Merton. Consideriamo, dice Papa Francesco, la loro valenza, il loro apporto in termini ideali, e di conseguenza indichiamoli quali esempi al popolo. Intanto, c’è, chiara, la coscienza che la religione, nelle sue innegabile ricadute sul costume e sull’etica, sia quasi il presupposto del consorzio umano. “In questa terra, le varie denominazioni religiose – sono le parole del Papa - hanno contribuito grandemente a costruire e a rafforzare la società. È importante che oggi, come nel passato, la voce della fede continui ad essere ascoltata, perché è una voce di fraternità e di amore, che cerca di far emergere il meglio in ogni persona e in ogni società. Tale cooperazione – continua il Santo Padre - è una potente risorsa nella battaglia per eliminare le nuove forme globali di schiavitù, nate da gravi ingiustizie le quali possono essere superate solo grazie a nuove politiche e a nuove forme di consenso sociale”.  Parole semplici, chiare, immediate, come si conviene ai grandi concetti.

Giacinto Zappacosta

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