Ha perso il contatto con la realtà. Assalito, a livello
interiore, dal reducismo, è oramai incapace di accettare il senso della fine
che lo circonda. Potrebbe vivere in serenità, e soprattutto in dignità, questa età che il Padre Eterno gli concede. E invece …
Anche la storica segretaria,
quella tutto-fare, quella che non riesce proprio a capire che ‘qual è’ si
scrive senza apostrofo, e che non conosce la numerazione romana, si lamenta di lui e ne parla come di un uomo solo. Uno che
affoga la disperazione nel barare, con sé stesso, prima che con gli altri, nel
millantare adesioni e seguiti che non ha più da tempo. Lo testimoniano i cesti
natalizi, una volta sontuosi e numerosi, ora praticamente inesistenti. Il Nostro
urla, perde facilmente la calma, mettendo in difficoltà gli astanti. Sta peggiorando,
tanto che non lo sopporta più nessuno. Non gli riesce nemmeno di organizzare un
convegno: quando ci prova, come di recente, tra il pubblico si contano trentuno persone. Convegni finalizzati alla ricerca del vello d'oro, a mungere la vacca dei sovvenzionamenti pubblici.
Prima non era a questo livello di
disperazione e di malessere, anche se, ex post, possiamo dire che c’erano delle
avvisaglie. Quella passione per i quadri di piccole dimensioni, tanto per
cominciare, quelli celabili con facilità tra cinta e mutande. Il puro gusto di dire: ecco, li possiedo. E poi quella
miserevole ossessione di essere pretermesso, scavalcato, superato dai suoi
amici e sostenitori. Un difetto che lo accompagna da sempre, preferendo egli,
di conseguenza, confrontarsi con quelle tre o quattro femminette, che comunque
si sono allontanate, ignoranti e prive di spessore, quelle che gli dicevano,
prendendolo anche in giro, ‘quanto sei bello, quanto sei bravo’, quelle sulle
quali poteva signoreggiare e troneggiare. È insomma diventato strano, ma strano
davvero.
G.Z.
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