La
declinazione in volgare della traccia suona, e suona male, come una campana
stonata, in termini molto meno aulici. Ne propongo una versione, resa in forma
libera ma aderente al testo: come perpetuare la presenza di politici che non
hanno più niente da dire e da esporre, se non la loro ingombrante nullità di
contenuti, in vista di un rinvio sine die della loro uscita di scena. Le notti
insonni di qualche relatore sono popolate da un’unica ambascia, vale a dire il
creare le pre-condizioni per una auto-perpetuazione. Mentre la crisi
occupazionale esplode, e chi più ne ha più ne metta, la classe politica, o una
parte di essa, è alla ricerca spasmodica di un posticino al sole. Si
incontrano, e intanto reclamano visibilità, con l’animo di rimescolare le
carte. L’ennesimo balletto, l’ennesimo giro di valzer.
g.z.
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