lunedì 1 febbraio 2016

IL POTENTATO EBRAICO. LASCIATECI VIVERE. NON AVRO' MAI L'OSCAR, LO SO

Nella consapevolezza di inerpicarmi lungo il sentiero ripido e sdrucciolevole del politicamente scorretto, nel caso mio meglio sarebbe dire del politicamente antipatico, mi pongo e vi pongo una domanda. Dire, come in effetti dico, che gli ebrei, a livello planetario, costituiscono un potentissimo gruppo di pressione, ascoltato, riverito e vezzeggiato, sempre, merita l'accusa di anti-semitismo? Quello che non accetto è la stadera mal tarata, quella invisibile e mostruosa dittatura massmediatica per la quale, ad esempio, i bambini palestinesi, profughi a casa loro, morti sotto le bombe recanti la stella di Davide, valgono meno, dato il silenzio dei telegiornali forse anche zero, rispetto alle vittime che vestono la kippah. La a-simmetria, fortemente sbilanciata, reclama, sotto il profilo giuridico, una tutela che non ha nessun'altra etnia, nemmeno la più perseguitata, quale, forse, è quella armena, quale, di certo, è quella napoletana, quest'ultima massacrata, stuprata nella sua espressione femminile, dai fratelli liberatori di Garibaldi e Vittorio Emanuele. Se reato deve essere, quello della negazione, bisognerebbe estenderlo a pro di tutti i popoli. Mi sembra evidente, eppure l'ovvio fatica a farsi largo tra le menti narcotizzate. Mentre ci avviamo verso una verità di Stato, sostenuta, in tutto l'orbe, dalla minaccia della sanzione penale per chi dovesse pubblicamente debordare, mi chiedo, ancora, e vi chiedo: si arriverà a punire l'ignoranza? Se cioè una persona, in buona fede, dovesse affermare di non avere contezza dei campi di sterminio, sarebbe passibile di pena detentiva? Senza contare, poi, che verrebbe meno il principio, basilare nel nostro ordinamento, della tassatività della legge penale. La furbata, efficace sotto il profilo propagandistico, è nell'indimostrato e indimostrabile assioma: 'le critiche allo Stato di Israele sono espressione di anti-semitismo'. Perfetto. L'irritazione, per chi cerca di farsi funzionare il cervello, non consegnandolo all'ammasso, raggiunge il limite della sopportabilità di fronte a chi, per opportunismo sfacciato, in fin dei conti per soldi, nega l'esistenza dei campi di sterminio dei Savoia, quelli dove furono ammassati i soldati napoletani fedeli a Francesco II di Borbone. Piangere, e voler essere accompagnati nel pianto, a fronte delle vessazioni subite nel secolo scorso, sappiamo, non può essere l'alibi per occupare urbanisticamente la parte est di Gerusalemme. E non può essere nemmeno la chiave di lettura dei testi evangelici a proposito della Passione di Cristo. Anche in quella occasione uomini con la kippah si intestardirono contro Gibson, colpevole di aver mostrato, diversamente da uno Zeffirelli, prudente, per non dire prono, il popolo di Gerusalemme che gridava 'crocifiggilo'. La frase, irripetibile e impronunciabile, deve essere cancellata, quel tradimento consapevole, 'quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?' (Matteo, 26,14) è riscritta, di fatto, a favore dei potenti. Shalom. Fateci vivere. Non vincerò mai l'oscar: non importa. Nemmeno il Nobel. Comandano anche lì. 
Due grandi gruppi: loro, gli eletti, e tutti gli altri, ridotti al rango di bestie parlanti. A parte la valenza negativa, a livello pedagogico, di costringere i bambini a festeggiare una giornata della memoria, con ciò indicando, come verità di Stato, esservi una sola etnia vittima di genocidio, vorrei fare poche, semplici osservazioni. Gli israeliti furono scelti da Dio, potremmo dire con buona approssimazione, attingendo da terminologia a noi più vicina, quale depositum fidei, a custodire il monoteismo per poi consentire, tramite la più alta Creatura, quell'Incarnazione che ha diviso il tempo in prima di Cristo e dopo Cristo. La tendenza degli ebrei, Apostoli compresi, è stata sempre quella di limitare l'evangelizzazione nell'ambito giudaico. Fu San Paolo, cittadino romano, Apostolo delle genti, a porre le basi per una predicazione tra i Gentili. Ora, non riconoscendo gli ebrei il Nuovo Testamento, e quindi la venuta di Cristo, vivono quel privilegio di essere stati scelti come uno status che si protrae all'infinito. E' quella forma mentis, pericolosa, che importa una ricerca del potere, in ogni campo. Lo vediamo. Tenetevi il vostro potere, ma lasciate vivere nel nostro piccolo spazio. 

G.Z.

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