venerdì 16 settembre 2016

VOGLIO ESSERE LIBERO


Sono libero e voglio rimanere libero, nella testa prima ancora che nella corporeità. Ecco perché non ho mandato la mia anima all’ammasso, nel frullatore del pensiero unico e unificante, quella invisibile dittatura che ti dice, ti impone, come devi parlare (male), come devi scrivere (peggio), come devi vivere e che cosa devi pensare. È quello squallore del “come dire”, quelle due parole, quell’intercalare che usiamo, anzi usate, a ogni piè sospinto, che avete ascoltato e appreso nelle stupide trasmissioni televisive, il gergo che nasconde, a malapena, il vuoto, il flatus vocis che si disperde nei discorsi senza senso, nei dibattiti demenziali e nelle tribune elettorali, quelle nelle quali ognuno si proclama vincitore. Sul ponte, dunque, sventola bandiera bianca. Ma non sul mio modesto fortino, in vetta al quale, anzi, garrisce la bandiera di guerra. Nella vita,  ho spesso sbagliato e continuerò a sbagliare; però l’ho fatto e lo farò dopo aver visto di persona, dopo essermi perlomeno sforzato di studiare, di andare a vedere, mai fidandomi delle vulgate massmediatiche e dei rapporti giornalistici, le une e gli altri scaturigini di quella ignoranza che gronda grasso, mallevadori inconsapevoli di una grezza eppure efficace propaganda, quella che ti spappola il cervello e te lo ricompone ad uso e consumo di chi ha in uggia la cultura, il sapere. D’altra parte, un popolo di pecoroni e di capre è co-essenziale al sistema. Verbigrazia, e solo per dirne qualcuna, non ho mai fatto affidamento sulla comoda e banale convinzione, che rimbalzando di bocca in bocca, in un crescendo di idiozie, indica in Machiavelli il cinismo fatto persona e nella frase “il fine giustifica i mezzi” la sintesi del suo pensiero. Un’estate mi imposi di studiare il grande fiorentino, direttamente dalle sue opere, s’intende. Ero giovane (anch’io lo sono stato): scoprii uno scrittore, uno scienziato della politica, uno storico del tutto diverso rispetto ai pregiudizi consolidati da secoli di malevolenze. Sia lode a Dio: non ho chinato la testa di fronte all’ignoranza, ma l’ho usata per ragionare. A proposito, la frase “il fine giustifica i mezzi” non l’ho trovata in nessuna opera del Machiavelli.

Giacinto Zappacosta

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