lunedì 5 dicembre 2016

MAZZATA


I numeri sono impietosi: 63% ai "no" contro il 37% ai "sì", con un' affluenza del 68%.
Se quest'ultimo dato è in linea con la media nazionale, i contrari alla riforma renziana, a Vasto, superano di quattro punti i "no" espressi dall'intero corpo elettorale. Una mazzata tra capo e collo che si abbatte sul Pd locale. 
Con qualche precisazione. Intanto, bisognerebbe capire, ma non lo sapremo mai, come abbia votato, ad esempio, Luciano Lapenna, deus ex machina dell'amministrazione e sindaco facente funzioni. Il quale Lapenna, ed è il dato che qui interessa, non ha brillato per il suo impegno referendario, in astratto, ma molto in astratto, per il "sì". 
Di fatto, siamo di fronte ad una sconfessione popolare dell'operato di Menna, a sua volta fortemente impegnato per il "sì", tanto da disertare impegni istituzionali a pro della campagna referendaria, e dell'intera maggioranza. Che farebbero bene a prenderne atto. In particolare, il sindaco dovrebbe aver sempre ben presente di aver vinto per 123 voti e di aver cominciato col piede sbagliato, quando, con una arroganza di stampo renziano, se ne uscì anticipando che, in ordine ad una famiglia molto estesa, si sarebbe assentato spesso in occasione del voto in giunta. Di inciampo in inciampo, siamo arrivati ad oggi, all'indomani del referendum popolare.

Giacinto Zappacosta

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