venerdì 13 gennaio 2017

PAPPONI DI STATO, AFFAMATORI DEL POPOLO ITALIANO. MA ESISTE IL CAPITALISTA ONESTO?

Dall'8 maggio 2014, auspice Renzi, è presidente dell'Eni. Il suo nome fa capolino a proposito dei grandi debitori, ampiamente insolventi, anzi del tutto insolventi. Il sistema era molto semplice, oliato e lubrificato. Io, banca Mps, ti presto del danaro e tu non restituisci. Semplice. Emma Marcegaglia è una bella donna, nata nell'ambiente giusto, un ambiente confacente. L'altro, De Benedetti, italiano (si fa per dire) naturalizzato svizzero (guarda caso), ha seguito lo stesso percorso: soldi intascati, formalmente in forma di prestito, e mai restituiti. Così risulta. E lo stato italiano si impegna per la ricapitalizzazione dell'istituto con i soldi dei cittadini.
Sono solo due esempi di papponi, di affamatori, di persone che vivono alle spalle altrui. Ma non c'è da preoccuparsi, perché non accadrà nulla, ma proprio nulla. La Marcegaglia e De Benedetti si terranno i soldi e i rispettivi privilegi, che non sono poca cosa.
Più in generale, e volendo scavare nella questione fino in fondo, da quel rompicoglioni che sono, sempre portato ad indagare e ad andare al di là delle apparenze, mi viene da esplorare un orizzonte più vasto. Se cioè il capitalista, in quanto tale, possa essere onesto, ovvero se, al contrario,  chi detiene i mezzi di produzione abbia preliminarmente scelto di fare a meno della morale, o del minimo etico, in vista del guadagno. Guardiamo in giro. A Taranto, attorno all'Ilva ruota un sistema politico e di potere che è sotto gli occhi di tutti, un sistema nel quale l'inquinamento è solo un epifenomeno, per quanto grave. Quando la politica non era popolata di bambocci, come al presente, era l'imprenditore ad andare dall'onorevole di turno, qualche volta con cappello in mano. Ora, è il contrario: come a significare che il profitto, sfrenato e senza limiti, ha preso il sopravvento.

Giacinto Zappacosta

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