sabato 14 gennaio 2017

VOX POPULI. A ROMA C'E' ANCORA IN GIRO PASQUINO



La sproporzione è sempre a vantaggio del potentuccio di turno.
Mentre un giovane deve conseguire la maturità, laurearsi, specializzarsi, abilitarsi all'insegnamento, o comunque inserirsi nel ginepraio delle graduatorie (ci sono tre fasce, oltre alla messa a disposizione dei capi istituto), acquisire punteggio andando invariabilmente ad insegnare al Nord, con aggravio di spese, la signora dall'improponibile curriculum è il capo della cultura italiana.
Tale dovrebbe essere, in uno stato appena decente, chi sovrintende alla pubblica istruzione.
L'ho già detto, l'ho ripetuto e voglio rimarcarlo ora: il divario, l'abisso tra Francesco De Sanctis, primo ministro dell' istruzione nell'Italia unificata, con tutte le sue tare legate allo stupro di massa chiamato risorgimento, e la signora, che forse non ha frequentato nemmeno l'asilo, è incolmabile. E dà il senso del declino, inesorabile, sempre più pronunciato.
Una indecenza. La Fedeli, a proposito di indecenza, aveva proclamato che avrebbe abbandonato la politica in caso di sconfitta delle truppe renziane al recente referendum. Non solo la signora non ha fatto luogo ad altri, magari più presentabili, ma è stata premiata. 
Stesso iter per la Boschi. E per il cantastorie fiorentino, che sta per tornare alla grande.
Machiavelli ammoniva, nei Discorsi, come gli uomini più ragguardevoli emergano, nella migliore delle ipotesi, solo nei momenti di estremo pericolo per lo stato. Da noi, ora, qui, in Italia, in questo contesto storico, le persone meritevoli vanno all'estero, accontentandosi spesso di fare i camerieri a Londra, mentre sul suolo patrio pascolano e brulicano, satolle ed indisturbate, tante capre, che hanno colonizzato tutto, ma proprio tutto. E raccontano pure balle falsificando il curriculum. Mentre Mattarella tace ed acconsente. 
La repubblica nata dalla resistenza, che è il coronamento del nostro glorioso risorgimento, va a gonfie vele.

Giacinto Zappacosta

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