I tedeschi non amano leggere
Machiavelli. Se lo avessero fatto, avrebbero evitato di incorrere in un diniego
che sa tanto di provincialismo ottuso, di antifascismo di pessima fattura,
senza anima.
È noto l’antefatto. Due poliziotti
italiani, durante una brillante azione, alle porte di Milano, uccidono un pericoloso
terrorista ricercato dalle autorità germaniche. Incautamente, il ministero dell’Interno
italiano, adiuvante un ebbro Minniti fresco di nomina, rende pubblici i nomi
dei due servitori dello Stato. Per comprensibili ragioni, sarebbe stato meglio
non arrivare a tanto, ma, comunque, non è questo il punto.
I tedeschi, dopo essersi
complimentati, scoprono che i due agenti della polizia italiana, così dicono, hanno simpatia per il Ventennio. Conclusione: non meritano la teutonica onorificenza
dapprima prospettata. Viene da pensare e da chiedersi cosa sarebbe accaduto se
i due, per ipotesi, avessero una certa ammirazione ad esempio per Pol Pot, il
cane rosso, uno dei più grandi criminali che l’umanità abbia conosciuto. Nessuno
avrebbe battuto ciglio, nemmeno i tedeschi, che quindi avrebbero appuntato la
medaglia sul bavero dei nostri poliziotti. Minniti avrebbe gioito e avrebbe rivendicato
a sé una larga fetta del merito.
Soccorre, per l’appunto, il
grande Machiavelli: “le repubbliche bene ordinate costituiscono premi e pene a’
loro cittadini, né compensono mai l’uno con l’altro” (Discorsi, libro I, par.
XXIV). Premi e punizioni, dunque, per i cittadini, regola che si estende, come
ovvio, anche allo straniero. L’argomentare del segretario della seconda
cancelleria fiorentina, può constatare chi abbia voglia di sincerarsene, è
lineare. Con la particolarità, tipica del Machiavelli, di uno studioso che sa
guardare oltre il banale, il fatto scontato, che cioè il premio e la punizione,
in capo ad un medesimo individuo, non si compensano. Potendo accadere, come
esplicitato nei Discorsi, che un cittadino riceva un elogio, un
pubblico riconoscimento, essendo già destinatario di una pena, o viceversa. Nel
caso specifico, ammesso e non concesso che avere simpatie mussoliniane
equivalga ad un delitto, i rigidi tedeschi, abbacinati da una propaganda che si
sono costruiti a loro uso e consumo, avrebbero potuto e dovuto dare un segno
della loro gratitudine. La limitatezza mentale alberga anche da quelle parti.
Giacinto Zappacosta
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