martedì 19 ottobre 2010

BARBARIE MASSMEDIATICA

Spegnamo i riflettori

Se non lo dice nessuno, lo dico io, da questo modesto blog, dove pure qualche persona transita giornalmente (in media 100 visualizzazioni nelle 24 ore: grazie ai lettori e alla loro cortesia). Sono incavolato come una bestia per quello che sta succedendo a Taranto e ad Avetrana. No, non mi riferisco alla morte orribile della povera Sarah, perché oramai il senso di riprovazione ha lasciato posto, piano piano, al senso di pietà nei confronti di tutti, assassini, presunti, favoreggiatori, ipotetici, e verso quella anima innocente. Aggiungo solo che questo sentimento non mi impedisce di chiedere che la giustizia degli uomini faccia il suo corso e che, dopo le indagini, condotte, va dato atto, con professionalità da parte degli inquirenti, si giunga ad una punizione esemplare. Quello che mi dà fastidio della vicenda è la petulante presenza di operatori televisivi e giornalisti, al limite della violenza privata, che stazionano giorno e notte proprio sul cancello di casa Misseri, che assediano ora Cosima, ora la figlia, per strada ad Avetrana o nei locali della procura della repubblica a Taranto, pretendendo risposte a domande che diventano sempre più banali. È appena il caso di accennare al fatto che la signora Cosima, come ogni altro cittadino, ha tutto il diritto di andare a prelevare dal bancomat senza essere importunata. Mettiamoci nei panni di queste persone, innocenti o colpevoli che siano: che vita menano in queste ore, circondate e pedinate da orde barbariche armate di telecamere e microfoni? E poi, l’ho già detto in altra occasione: a Taranto e ad Avetrana c’è stato un fatto di cronaca nera, barbaro quanto vogliamo, riprovevole all’ennesimo grado, ma non ci sono combriccole di orchi in giro, nuovi mostri da sbattere in prima pagina. C’è solo la necessità di spegnere i riflettori.

2 commenti:

  1. Su facebook si formano gruppi tremendamente stomachevoli... Per non parlare dei vari commenti e vari link che si vedono ogni tanto...
    Ma non sei il solo a pensarla così per fortuna.

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