giovedì 4 novembre 2010

MERIDIONALI FIGLI DI UN DIO MINORE

La maledizione pronunciata da Miglio, la cultura classica, la nostra civiltà, la nostra tradizione

Ricordo ancora le parole di Gianfranco Miglio (Dio lo abbia in gloria), ideologo della Lega, naturalmente portato a riversare sulla testa dei Meridionali torrenti di improperi e di cattiverie. Meridionali, è bene rimarcarlo, che sono l’unica etnia al modo non protetta dal “politicamente corretto”, popolazione da un secolo e mezzo senza dignità e, sostanzialmente, senza autentica rappresentanza. Voglio essere chiaro su questo punto: se decido di criticare i negri, gli Ebrei o i musulmani (dico solo per ipotesi), so già in partenza che lo devo fare in un certo modo, so che devo limitarmi, ricondurre il discorso entro canoni imposti dalla invisibile dittatura massmediatica, conscio che ogni deragliamento mi costerà una reazione compatta e massiccia, distruttiva direi, ad opera della cultura dominante. Al contrario, chi insorgerebbe se il leghista di turno, o chi per lui, ci indicasse (parlo di chi vive a sud del Tronto) come popolo antropologicamente inferiore? Nessuno: è già successo mille volte (vedi le sparate di Aldo Cazzullo) e succederà ancora, non sappiamo per quanto tempo. Il bello è che non ci ribelliamo, noi, i diretti interessati, adusi a chinare la testa e a ingoiare i rospi. Miglio, dunque, con i suoi assiomi, se non altro di una chiarezza senza pari. “Su che cosa è basata la civiltà classica? Sul concetto che l’uomo di rispetto vive alle spalle altrui. È la società mediterranea, così diversa dalla nostra. Chi è Odisseo? È uno che vive rubando”. Così il grande leghista, che esternava al di là e contro la legge Mancino sulla repressione dell’odio razziale, valida, appunto, a tutela di tutti, ma con una sola eccezione.

Ne emerge una civiltà, quella greco-romana, vista come il male assoluto, la negazione di Dio. E parliamo di una cultura che ha dato all’umanità Numa Pompilio, Virgilio, Cesare Augusto, Seneca, Platone, Aristotile, Eschilo, Sofocle ed Euripide. Mi piace aggiunge all’elenco, ampiamente incompleto, Leonida di Taranto, l’esule cantore della sua patria, sconosciuto quanto geniale poeta greco. Allora, abbiamo studiato tutti invano? Abbiamo imprecato inutilmente sui testi greci e latini che non riuscivamo a rendere in italiano? Sono state infruttuose le alzatacce per rifinire la preparazione in vista dell’interrogazione? Di più, ci dobbiamo vergognare delle nostre tradizioni, di quello che siamo, di noi stessi?
Provo a ragionare sulla maledizione proferita da Miglio. Roma, innanzi tutto. Come ha osservato Machiavelli, fiorentino (“i miei Romani” amava dire), quello che l’ignoranza collettiva riconnette al detto (inesistente) “il fine giustifica i mezzi”, in ogni società ci sono due “umori”, cioè i “grandi” che vogliono “oppressare” il popolo e il popolo che non vuole essere “oppressato”. Questo, ovviamente, vale anche per la Roma antica, ammette il grande scrittore. Quindi nessuna seria lettura storica può negare che anche in riva al Tevere esistessero contrasti sociali (vogliamo dire “lotta di classe”?), con tutto un corollario di ingiustizie. Dove però il genio romano intervenne fu nella creazione del tribunato della plebe, a tutela di quello che oggi chiameremmo il proletariato, e soprattutto nella scelta da parte degli ottimati, dimostratasi decisiva per la grandezza di Roma, di non chiudersi in un rozzo spirito di casta.

Al di là di questo, l’ambizione dei singoli, specie se nobili, doveva passare attraverso i campi di battaglia: chi sopravviveva poteva poi sperare di comandare e di imporsi. Altro che vivere alle spalle altrui, caro Miglio. Non dimentichiamo che i consoli, all’inizio dell’età repubblicana entrambi patrizi, combattevano alla testa dei loro eserciti. Lo stesso Giulio Cesare, una cinquantina di anni prima di Cristo, in un’epica battaglia, combatté contro i pompeiani corpo a corpo. Altro punto: il “ladro” Odisseo. Nell’Odissea c’è tutto: il gusto per l’avventura, la nostalgia per la patria lontana, l’affetto coniugale e filiale, la difesa della propria famiglia e della propria casa che sfocia nella vendetta più cruenta, il senso sacro dell’ospitalità. Persino l’affetto struggente tra un cane, Argo, e un uomo, Ulisse che rimette piede nella reggia, al momento sotto mentite spoglie. Miglio non ha apprezzato tutto questo. Noi studenti liceali sì. E siamo fieri di essere diversi da Miglio.

Giacinto Zappacosta

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7 commenti:

  1. E' stupendo tutto quello che ho letto dopo il titolo!

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  2. Dici di te stesso che non sopporti le ingiustizie.
    Ma ne sei proprio sicuro ?
    Non ti ricordi di quello che hai combinato quando eri ispettore delle poste italiane ?
    Non ricordi le tue porcate per fare del male a sindacalisti, quando hai fatto licenziare postini, quando hai picchiato e buttato fuori dagli uffici i lavoratori.
    E adesso vieni qui con questi penosi blog nei quali dici di voler rifondare il Sacro Romano Impero.
    Sei un piccolo avvocato pieno di astio perchè sei meridionale, un piccolo uomo permaloso.

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  3. Buongiorno Signor Zappacosta.
    Mi chiamo Albertina.
    Da molto tempo leggo i suoi blog, che trovo interessantissimi. Possiamo darci del tu ?
    Il suo pensiero è una boccata di aria fresca nel totale marasma delle menti inquinate.
    La limpidezza delle sue esposizioni sono una lezione di alta civiltà.
    Complimenti !
    Anche questo articolo su Miglio è ben scritto.
    Vorrei però fare un appunto : è per me un errore manifestare il pensiero di Miglio, anche al solo scopo di criticarlo.
    Mi spiego meglio : se Lei non avesse pubblicato le idee che ha miglio su ULISSE (un ladro) e sul carattere dei sudisti, avrebbe fatto meglio.
    Miglio non merita che il suo pensiero venga sbandierato al vento !
    Quel vecchio matusalemme con le idee preistoriche merita il nostro compatimento.
    Avrebbe fatto meglio, signor Zappacosta a rispondere : E ALLORA !?
    DOVEVA FORSE ULISSE METTERSI A FARE IL PESCATORE, IL CONTADINO, COLTIVARE RAPE IN ATTESA DI RITORNARE DA PENELOPE ?
    DOVEVA FORSE FARE IL MAGNACCIA DI NAUSICA O DI CIRCE, COME FATE VOI AL NORD CON LE VOSTRE DONNE, PUR DI GUADAGNARE DENARO, CHE E' LA VOSTA SOLA PASSIONE !?
    Poi i risultati si vedono, la gente al nord crepa di infarto a 40 anni.
    Continui così signor Zappacosta, coraggio.

    Albertina

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  4. Grazie. Posso pubblicare il Tuo commento come un articolo a parte?

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  5. Si, va bene, c'è un errore di sintassi : DI RAPE

    Albertina

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  6. .


    Signor Zappacosta, Lei ha un'arma in casa sua ?
    Lei ha il porto d'armi ?
    Lei ama collezionare pistole, pugnali, bombe a mano ?
    Di solito i fascisti come Lei lo fanno, e SONO UN POTENZIALE PERICOLO PER LA SOCIETA'.
    I fascisti sono violenti, si sa, potenziali assassini.
    La maggior parte dei fascisti ha qualche venerdì fuori posto, per cui se oltre a essere sfasati sono anche collezionisti di armi, sono un sicuro pericolo sociale.
    Scrivo queste righe con la mente all'orribile assassinio di massa che ha compiuto qualche giorno fa quel povero idiota fascista di Oslo.
    Quel povero demente ha ammazzato 100 persone perché voleva rifondare il Sacro Esercito dei Templari, e con quelli sconfiggere la presenza dell'Islam in Europa.
    Ebbene signor Zappacosta nonché Giacinto, quel tipo assomiglia parecchio a Lei.
    Ho letto alcuni suo blog dove diceva che voleva rifondare il SACRO ROMANO IMPERO.
    Ebbene Signor Zappacosta, Lei mi sembra un poco svitato, oltre ad essere un violento fascista, di chiara fama.
    Per cui bisogna star molto attenti a Lei.
    Avviserò la stazione dei Carabinieri di Vasto, se ce ne fosse ancora bisogno, se già non la conoscessero a sufficienza, nonché la locale stazione ASL, reparto psichiatria.
    Mi perdoni di questo, bisogna prevenire le sue mosse, bisogna tenerla d'occhio, il consorzio umano non ha bisogno di persone come Lei.
    Non vorrei che succedesse una carneficina con lei che mitraglia dalla sua finestra i partecipanti al congresso dell'Italia dei Valori, urlando VIVA IL SACRO ROMANO IMPERO !!!
    Faccia una buona vacanza rilassante, signor Zappacosta, spero lontana da un campeggio paramilitare nazista.
    Ora scrivo ai Carabinieri.
    Mi perdoni se non mi firmo, ma non vorrei essere io la prima vittima della sua santa crociata.
    Distinti saluti.
    Anonimo.



    .

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