giovedì 4 novembre 2010

MORIRE DI RISORGIMENTO

FU SOLO UNA INUTILE STRAGE DI CIVILI INERMI CHE COMPORTÒ ANCHE LA TOTALE DEVASTAZIONE DELLA CITTÀ

Di recente è venuta all’attenzione delle cronache la battaglia che il 4 novembre del 1860 interessò il borgo di Mola, ora Formia in provincia di Latina.
Il Comune di Formia, in un improvviso impeto di italianità, ha deciso di concedere al Corpo dei Granatieri la cittadinanza onoraria ed una medaglia di riconoscimento per “aver liberato Formia dalle truppe borboniche ed aver così consentito a questa ridente cittadina costiera di entrare con tutti gli onori nella storia risorgimentale”.

Grazie all’immediato intervento dei nostri rappresentanti locali, si è fatto notare ai promotori dell’iniziativa che, forse, prima di avviare un qualsiasi riconoscimento ad occhi chiusi e per partito preso, sarebbe stato più opportuno quantomeno capire cosa esattamente avvenne in quella battaglia che, poi, battaglia non fu.

Infatti, alla verifica delle fonti coeve ai fatti, risulta che quella di Mola fu l’ennesimo massacro di civili inermi ad opera di veri e propri criminali di guerra dalle scadenti capacità militari e, nel contempo, di una crudeltà senza pari.

Mola, infatti, prima di essere conquistata senza praticamente sparare un colpo di fucile dai Granatieri piemontesi, fu bombardata da mare e da terra per un’intera giornata, riducendo case, chiese, ospedali ed infrastrutture pubbliche ad un ammasso informe di macerie da dove i corpi dei cittadini dilaniati dalle esplosioni “affioravano dalle ruine qua e là in uno spettacolo raccapricciante”.

Cap. Alessandro Romano

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