da Adnkronos
L'arresto del magistrato Matteo Di Giorgio, ora ai domiciliari nella sua abitazione di Castellaneta (Taranto), e' stato effettuato dai carabinieri del comando provinciale di Potenza. Le indagini sono state coordinate dal pm Laura Triassi della Procura di Potenza (competente sui magistrati di Taranto) ed il provedimento restrittivo e' stato emesso dal giudice per le indagini preliminari, Gerardina Romaniello. Contestualmente i militari hanno notificato la misura del divieto di dimora nel Comune di Castellaneta nei confronti di Giovanni Coccioli, 48 anni, di Castellaneta, e di Agostino Pepe, 37 anni, dipendente dell'azienda sanitaria locale di Taranto. Sono quattro gli episodi contestati a Di Giorgio. Secondo l'accusa, ''abusando della sua qualita' di pubblico ministero'', derivante dalla funzione di sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Taranto, per motivi politici avrebbe minacciato un consigliere comunale di Castellaneta, costringendolo a sottoscrivere le proprie dimissioni, cosi' determinando lo scioglimento del consiglio comunale.
L'arresto del magistrato Matteo Di Giorgio, ora ai domiciliari nella sua abitazione di Castellaneta (Taranto), e' stato effettuato dai carabinieri del comando provinciale di Potenza. Le indagini sono state coordinate dal pm Laura Triassi della Procura di Potenza (competente sui magistrati di Taranto) ed il provedimento restrittivo e' stato emesso dal giudice per le indagini preliminari, Gerardina Romaniello. Contestualmente i militari hanno notificato la misura del divieto di dimora nel Comune di Castellaneta nei confronti di Giovanni Coccioli, 48 anni, di Castellaneta, e di Agostino Pepe, 37 anni, dipendente dell'azienda sanitaria locale di Taranto. Sono quattro gli episodi contestati a Di Giorgio. Secondo l'accusa, ''abusando della sua qualita' di pubblico ministero'', derivante dalla funzione di sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Taranto, per motivi politici avrebbe minacciato un consigliere comunale di Castellaneta, costringendolo a sottoscrivere le proprie dimissioni, cosi' determinando lo scioglimento del consiglio comunale.
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