La presa di posizione di Argirò dà sfogo ad un territorio troppo spesso dimenticato
Parole pesanti come pietre. Verrebbe da dire: finalmente uno che si fa sentire. Nichi Argirò è andato giù duro, denunciando un certo modo di concepire la politica, che coincide (ahinoi) con la periferizzazione di Vasto e del comprensorio. “Il coordinatore regionale del Pdl mi ha chiesto per la seconda volta, dopo il gennaio 2009, di dimettermi in cambio dell’assessorato per far subentrare in Consiglio regionale il primo dei non eletti, suo uomo di fiducia, attualmente presidente di un’importante azienda regionale”. Piccone voleva inserire Di Nardo, presidente della Sangritana, suo protetto, nel consiglio regionale, in quanto primo dei non eletti.
Ci vuole pure una faccia di bronzo per fare certe proposte “indecenti”: togliti di mezzo, libera il posto, fai largo ai miei amici e in cambio avrai l’assessorato, che poi è sempre soggetto ai rimpasti e ai cambi d’umore di Chiodi. Argirò, cui non fa difetto l’intelligenza, ha risposto picche e ora si è messo di traverso. La speranza è che la sua presa di posizione sia solo l’inizio di una battaglia a difesa del territorio, troppo poco importante per chi lo guarda da L’Aquila (o da Teramo), un territorio sistematicamente penalizzato nelle scelte regionali, sempre finalizzate a premiare altre realtà locali. Finora è mancato, a Vasto e nel Vastese, un politico capace, che sappia resistere alla tentazione di “svendere” le aspettative di questa popolazione in vista dei soliti, vecchi, stanchi giochini di potere, le miserie alle quali ci ha abituato un centro-destra ormai logoro. Lo vedremo in occasione delle imminenti elezioni di primavera, con un Pdl che già si presenta sfilacciato e impossibilitato a fare corpo attorno ad un candidato credibile. I nomi che circolano in Città non lasciano presagire nulla di buono, anzi fanno intuire una inadeguatezza a dialogare con quelle istanze, presenti nella base, che chiedono un profondo rinnovamento. Basterebbe un piccolo atto di coraggio, con l’invito, rivolto a qualcuno, di guadagnare la via d’uscita.
Giacinto Zappacosta
pubblicato su piazzarossetti.it
Parole pesanti come pietre. Verrebbe da dire: finalmente uno che si fa sentire. Nichi Argirò è andato giù duro, denunciando un certo modo di concepire la politica, che coincide (ahinoi) con la periferizzazione di Vasto e del comprensorio. “Il coordinatore regionale del Pdl mi ha chiesto per la seconda volta, dopo il gennaio 2009, di dimettermi in cambio dell’assessorato per far subentrare in Consiglio regionale il primo dei non eletti, suo uomo di fiducia, attualmente presidente di un’importante azienda regionale”. Piccone voleva inserire Di Nardo, presidente della Sangritana, suo protetto, nel consiglio regionale, in quanto primo dei non eletti.Ci vuole pure una faccia di bronzo per fare certe proposte “indecenti”: togliti di mezzo, libera il posto, fai largo ai miei amici e in cambio avrai l’assessorato, che poi è sempre soggetto ai rimpasti e ai cambi d’umore di Chiodi. Argirò, cui non fa difetto l’intelligenza, ha risposto picche e ora si è messo di traverso. La speranza è che la sua presa di posizione sia solo l’inizio di una battaglia a difesa del territorio, troppo poco importante per chi lo guarda da L’Aquila (o da Teramo), un territorio sistematicamente penalizzato nelle scelte regionali, sempre finalizzate a premiare altre realtà locali. Finora è mancato, a Vasto e nel Vastese, un politico capace, che sappia resistere alla tentazione di “svendere” le aspettative di questa popolazione in vista dei soliti, vecchi, stanchi giochini di potere, le miserie alle quali ci ha abituato un centro-destra ormai logoro. Lo vedremo in occasione delle imminenti elezioni di primavera, con un Pdl che già si presenta sfilacciato e impossibilitato a fare corpo attorno ad un candidato credibile. I nomi che circolano in Città non lasciano presagire nulla di buono, anzi fanno intuire una inadeguatezza a dialogare con quelle istanze, presenti nella base, che chiedono un profondo rinnovamento. Basterebbe un piccolo atto di coraggio, con l’invito, rivolto a qualcuno, di guadagnare la via d’uscita.
Giacinto Zappacosta
pubblicato su piazzarossetti.it
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