
I maschi, come noto, nella società indiana sono considerati fonte di sicurezza economica nella vecchiaia dei genitori, mentre le femmine hanno bisogno di una dote per sposarsi e sono destinate a vivere nella famiglia del marito. Dopo i primi allarmi sulle “femmine mancanti” nelle statistiche demografiche, nel 1996 l’India si è dotata di una legge che proibisce gli aborti selettivi per sesso. Una norma impotente, nei fatti, a impedire che con un’ecografia, offerta per poche rupie da persone che girano nei villaggi rurali con apparecchiature portatili, le femmine siano individuate e poi abortite.
Lo studio dell’Università di Bristol rileva che anche dove c’è già un maschio si preferisce non far nascere femmine, e questo va ad aggravare uno squilibrio tra i sessi già in atto. Nel 2008 si calcolava che in alcuni distretti del Madhya Pradesh c’erano già 400 donne ogni 1000 uomini.
(Il Foglio)
titolo e foto a cura di Cana Culex
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