… del tutto immaginaria
Ce lo hanno fatto così e non ancora abbiamo capito. Non abbiamo capito che dobbiamo cambiare, se del caso farci da parte, togliere il disturbo. I comunicati stampa, vecchio stile, quelli che danno un colpo al cerchio e un colpo alla botte, quelli finalizzati soltanto a garantire mezza giornata di visibilità al segretario provinciale, quelli dove si dice tutto e niente, non servono più. Al Sabrina, l’unico ad aver fatto i nomi, nel silenzio imbarazzato di chi si nasconde dietro il solito assioma “non bisogna farne una questione personale”, è stato Davide D’Alessandro. Non abbiamo capito che la gente vuole sentire da noi soggetto, verbo e complemento oggetto, frasi precise e semplici, dirette, immediate, che abbiano un significato. I tempi dei discorsi fumosi sono finiti per sempre. Ecco: siamo morti e non ce ne siamo accorti. Ci affidiamo ancora ad articoletti, scritti coi piedi dal minus habens di turno, nella convinzione che producano effetto nell’opinione pubblica, quel popolo che abbiamo sempre disprezzato e irriso, che abbiamo sempre raggirato coi nostri discorsi che credevamo belli. Certo, da sotto il palco ci applaudivano, ma eravamo coglionati da chi credevamo di coglionare. Ora non vengono nemmeno più a coglionarci, non vengono più a portarci le strenne natalizie e l’uovo di Pasqua: semplicemente, ci ignorano, si girano di sedere quando passiamo per strada. Quel sedere, il nostro, che adesso è in fiamme.
Ce lo hanno fatto così e non ancora abbiamo capito. Non abbiamo capito che dobbiamo cambiare, se del caso farci da parte, togliere il disturbo. I comunicati stampa, vecchio stile, quelli che danno un colpo al cerchio e un colpo alla botte, quelli finalizzati soltanto a garantire mezza giornata di visibilità al segretario provinciale, quelli dove si dice tutto e niente, non servono più. Al Sabrina, l’unico ad aver fatto i nomi, nel silenzio imbarazzato di chi si nasconde dietro il solito assioma “non bisogna farne una questione personale”, è stato Davide D’Alessandro. Non abbiamo capito che la gente vuole sentire da noi soggetto, verbo e complemento oggetto, frasi precise e semplici, dirette, immediate, che abbiano un significato. I tempi dei discorsi fumosi sono finiti per sempre. Ecco: siamo morti e non ce ne siamo accorti. Ci affidiamo ancora ad articoletti, scritti coi piedi dal minus habens di turno, nella convinzione che producano effetto nell’opinione pubblica, quel popolo che abbiamo sempre disprezzato e irriso, che abbiamo sempre raggirato coi nostri discorsi che credevamo belli. Certo, da sotto il palco ci applaudivano, ma eravamo coglionati da chi credevamo di coglionare. Ora non vengono nemmeno più a coglionarci, non vengono più a portarci le strenne natalizie e l’uovo di Pasqua: semplicemente, ci ignorano, si girano di sedere quando passiamo per strada. Quel sedere, il nostro, che adesso è in fiamme.
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