lunedì 13 giugno 2011

VIAGGIO IN ITALIA

L’isola che non ti aspetti

Il viaggiatore che arriva a Taranto col treno, se non informato, non si avvede dello scenario. La città dei due mari ti accoglie presentandosi con un’isola, dove insite il centro storico (e che storia, ragazzi), con le sue viuzze, le pusterle, e il maestoso duomo dedicato a San Cataldo. Capitò anche a me, tanto tempo fa. Arrivai nel capoluogo jonico, provenendo da Vasto: nel piazzale antistante alla stazione ferroviaria c’era ad aspettarmi una tarantina (che belle le tarantine). Prendemmo l’autobus inoltrandoci nel cuore della città. Dopo qualche centinaio di metri, la mia splendida guida mi guarda e mi fa: “Siamo su un’isola”. Provo a ragionare tra me e me: “Da Vasto ho preso il treno, sicuramente sulla terraferma, scendendo dal treno ho preso questo autobus delle linee urbane, non un traghetto, come capita a Venezia …”. Eppure era così. All’indomani, rinunciando all’invitante mare che avrebbe lenito la calura estiva, il sopralluogo sull’isola è d’obbligo. Arrivo, assieme alla gentile signora, in corso Due Mari, nella parte continentale dell’insediamento urbano, tra grattacieli e ristoranti; ci fermiamo a ridosso della ringhiera, dove immancabilmente qualcuno protende la canna da pesca. A quel punto, ho compreso. L’isola è veramente tale, bagnata a sud dal canale navigabile, a est dal Mar Piccolo, a ovest e a nord dal Mar Grande. Percorriamo il famoso ponte girevole e siamo nella città vecchia, l’isola densamente popolata che rimanda, con i suoi resti archeologici, al periodo glorioso della Magna Grecia.


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