Lettera aperta a Fabio Giangiacomo
Vasto, il 22.06.2011
Caro Fabio,
mi pare vi siano tra di noi da qualche tempo in sospeso alcune questioni. È giunto il momento di dirimerle. Lo faccio pubblicamente perché pubblicamente tu le hai sollevate; e senza alcuna animosità, anzi malvolentieri, spinto solo dal legittimo desiderio di difendere la mia credibilità personale.
Chi ci legge deve dunque sapere che, in un tuo commento dello scorso 11 maggio sul sito web www.semidiceviprima.com, tra le altre lepidezze che trascuro figurava, rivolta alla mia persona, una specifica accusa, un’accusa di metodo: quella di aver redatto non si capisce bene se uno o più comunicati dell’Associazione che mi onoro di presiedere (si accenna a quello sul porto) attraverso la tecnica del “taglia e incolla da internet” (http://semidiceviprima.com/?p=12915). Accusa ribadita (e non dimostrata, malgrado la mia esplicita richiesta) sullo stesso sito, il successivo 27 maggio (http://semidiceviprima.com/?p=13354 ).
Questa accusa getta un grave sospetto sulla limpidezza del mio operato e anzi sulla mia stessa buona fede. È evidente che, se non reagissi, il mio silenzio correrebbe il rischio –in qualche modo- di convalidarla.
A questo punto due sole sono le soluzioni possibili: o ritiri pubblicamente le tue affermazioni, e trovi il coraggio di chiedere scusa; oppure (torno a chiedertelo) pubblicamente le dimostri. In questo secondo caso avrai dimostrato anche che il sottoscritto ha volgarmente ingannato il prossimo mediante le proprie “manipolazioni strumentali” (sono parole tue), e di conseguenza non merita credibilità alcuna.
Se, come prevedo, nessuna delle due strade dovesse piacerti, lascio alla discrezione del lettore il compito di trovare per te la definizione più adeguata. Quanto a me, mi vedrò costretto ad adire le vie legali. Ti saluto.
Michele Celenza
Vasto, il 22.06.2011Caro Fabio,
mi pare vi siano tra di noi da qualche tempo in sospeso alcune questioni. È giunto il momento di dirimerle. Lo faccio pubblicamente perché pubblicamente tu le hai sollevate; e senza alcuna animosità, anzi malvolentieri, spinto solo dal legittimo desiderio di difendere la mia credibilità personale.
Chi ci legge deve dunque sapere che, in un tuo commento dello scorso 11 maggio sul sito web www.semidiceviprima.com, tra le altre lepidezze che trascuro figurava, rivolta alla mia persona, una specifica accusa, un’accusa di metodo: quella di aver redatto non si capisce bene se uno o più comunicati dell’Associazione che mi onoro di presiedere (si accenna a quello sul porto) attraverso la tecnica del “taglia e incolla da internet” (http://semidiceviprima.com/?p=12915). Accusa ribadita (e non dimostrata, malgrado la mia esplicita richiesta) sullo stesso sito, il successivo 27 maggio (http://semidiceviprima.com/?p=13354 ).
Questa accusa getta un grave sospetto sulla limpidezza del mio operato e anzi sulla mia stessa buona fede. È evidente che, se non reagissi, il mio silenzio correrebbe il rischio –in qualche modo- di convalidarla.
A questo punto due sole sono le soluzioni possibili: o ritiri pubblicamente le tue affermazioni, e trovi il coraggio di chiedere scusa; oppure (torno a chiedertelo) pubblicamente le dimostri. In questo secondo caso avrai dimostrato anche che il sottoscritto ha volgarmente ingannato il prossimo mediante le proprie “manipolazioni strumentali” (sono parole tue), e di conseguenza non merita credibilità alcuna.
Se, come prevedo, nessuna delle due strade dovesse piacerti, lascio alla discrezione del lettore il compito di trovare per te la definizione più adeguata. Quanto a me, mi vedrò costretto ad adire le vie legali. Ti saluto.
Michele Celenza
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