giovedì 6 ottobre 2011

Le profezie «politiche» di san Giovanni Bosco

Una mia piccola riflessione sulla nota del prof. D’Adamo

Caro Preside,
grazie della Tua visita e del Tuo commento. Anch’io, che sono cresciuto in un ambiente salesiano, amo S. Giovanni Bosco. Quanto alle Sue profezie, mi limito solo a dire che fanno riflettere. Per il resto, sono d’accordo con Te, tenuto conto che non si arriverà mai ad un pronunciamento ex cathedra sulla valenza di quelle affermazioni: ognuno, al riguardo, è libero di pensare ciò che il ragionamento e la coscienza gli suggeriscono. La mia era, etimologicamente, una provocazione, un modo come un altro per richiamare l’attenzione su un punto fondamentale, vale a dire la valenza anti-cristiana del risorgimento, un fenomeno etero-diretto, teso a recidere le radici cattoliche del popolo italiano. Popolo italiano che, qualche decennio prima, armato di forconi, si ribellò compatto all’invasione napoleonica. Come sai, le Insorgenze non trovano spazio sui libri scolastici. C’è da chiedersi come mai. Come c’è da chiedersi perché i ragazzi debbano essere tenuti all’oscuro dell’esistenza dei campi di concentramento dove i Savoia, i liberatori, ammassarono i napoletani. So che sei sensibile a questi argomenti e mi permetto di chiederTi un parere. Tu, a Tua volta, sai che mi sento profondamente italiano e che sono contrario a qualsiasi ipotesi strampalata di secessione o di divisione. Domando solo alla Repubblica di inchinarsi dinanzi ai morti, siano essi i soldati di Francesco II, siano essi i bersaglieri.

Con stima
Giacinto

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