mercoledì 25 gennaio 2012

QUOTE ROSA? POSSIBILMENTE MAI, GRAZIE

di Costanza Miriano (da Il Timone, novembre 2011)

Che le donne siano capaci anche fuori della famiglia è pacifico. Ma quale prezzo sono costrette a pagare per “realizzarsi” nel lavoro fuori casa? E a far pagare alle persone loro affidate?


[…] Se le quote rosa servono a far cancellare per legge le differenze, imponendo le donne ai vertici delle aziende – entro il 2015 almeno un terzo dei consigli di amministrazione dovrà essere composto di donne – imponendo loro di conformarsi allo stile del potere, io personalmente dico no, grazie, con tutto il cuore.
In un’epoca in cui si cerca di affermare il principio che tutto di noi può essere scelto, autodeterminato, compreso l’orientamento sessuale, tutto quello che rimanda alla differenza tra maschile e femminile viene respinto con fastidio. E invece “maschio e femmina li creò” dice la Genesi, affermando una verità che peraltro non richiede la fede per essere compresa. Non è un accidente, ma ci dice qualcosa di fondamentale su chi siamo.
Il nostro genio, il genio femminile, è quello di mediare, aspettare chi è rimasto indietro, valorizzare le differenze: non sono queste le qualità che servono in un consiglio di amministrazione. Ed è talmente vero, che le donne non vi siedono spesso. Non è per una congiura degli uomini, non è per il famoso soffitto di cristallo, ma perché noi non siamo programmate per un certo stile di lavoro.
Personalmente, se domani ricevessi una lettera che mi nomina in un importante vertice aziendale, che me lo impone per legge, mi darei alla macchia. Già me lo vedo, le riunioni del cda alle sette di sera – l’ora del semolino sputazzato e dei compiti corretti e delle docce – le telefonate chilometriche, i caffè con i colleghi all’ora della festina di compleanno, e poi le lotte fratricide, gli sgambetti, le trame occulte. Perché il potere – di potere parlano le quote rosa – ha logiche che non mi interessano, e che secondo me sono estranee alle donne, le quali non sono fatte per comandare, imporsi, passare sopra, schiacciare. Ne sia la prova che spesso quando ottengono il potere si incattiviscono, perché tradiscono la loro vera natura adeguandosi allo stile degli uomini. Credo che, alla fine, si tratti di insicurezza, mancanza di consapevolezza della propria vocazione: le donne arrivate al vertice nella maggior parte dei casi vogliono omologarsi ai colleghi maschi, e non sanno o non possono trovare uno stile nuovo. Così pagano un prezzo altissimo sul piano personale e familiare. […]

foto a cura di Cana Culex

1 commento:

  1. Finchè la società non smetterà di apprezzare le donne che mettono in primo piano il loro essere mamme, e sempre in giro, senza mai portare i figli con se, raccontano dei loro momenti con i loro figli per intenerire ed appassionare di più, ma che in realtà, il più delle volte vedono i loro figli per video o sentono per telefono, passandoci come facevano e fanno molti papà, solo il tempo di un momento o pochi momenti felici nella giornata... non sarà mai possibile rendersi pienamente conto di cosa voglia dire occuparsi delle pappette, del ruttino, delle ansie, dei compiti, del raffreddore dei rigurgiti... delle pipì notturne, e di ogni altra cosa che riguardano le madri ed i figli!
    La società, gli uomini di sesso maschile, nella maggioranza dei casi apprezzano il sesso femminile che sa fare tutto questo senza farlo di persona, semplicemente delegando e pagando terzi, esattamente come fanno molti maschi.
    A nessuno frega un cavolo, donne in carriera comprese, di cosa significhi non potersi staccare, sia per affetto e sia per situazioni economiche a tutta questa vita che c'è dietro una donna madre.
    "Femmine un giorno e poi madri per sempre"
    Per questo ho maturato l'idea che ogni articolo che viene fatto pubblicizzare e che tratta di questo tema, in realtà, si tratta di una donna che ha opportunità lavorative solide... di quelle donne che meritano attenzione!
    Sono anche io contro le quote rosa... ma forse, come succede ed è successo ad altre, ho sempre sbagliato il luogo dove ho espresso il mio pensiero!!!
    Sono contro le quote rosa: perchè sarà sempre una giuria maschile o maschilizzata, maschilista a decidere;
    perchè a queste quote rosa, non viene mai accompagnato un discorso per un nido o per far si che anche senza una baby sitter, una donna possa lavorare e portare con se il proprio figlio magari in fasce e non lasciarlo dietro le quinte con una equipe ben pagata a mo' della ex ministra della pubblica istruzione che fece quella affermazione, a mio avviso infelice, sulle donne madri.
    Le donne attualmente in carriera, sono solo la scia di quello che la società maschilista ed ipocrita (nel nostro paese) ha costruito intorno a se.
    Ed è inutile girarci intorno!
    Siamo ancora agli apprezzamenti delle donne esclusivamente con opportunità pregresse e già avvantaggiate in partenza, dove davvero un fallimento è dovuto alla non voglia più che alla non opportunità... nella politica in primis e poi, anche nella società in generale, studi compresi.
    Ho la nausea di tutto questo.

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