venerdì 20 gennaio 2012

Re-make/Re-model

Perché un turista dovrebbe scegliere Vasto?


Ebbene sì! E’ proprio come pensavo ma speravo che non fosse. Il forum sul turismo fa solo “aria”.
In tanti ieri eravamo presenti a Palazzo d’Avalos. Tutti con aspettative di vario genere ma nessuno è uscito soddisfatto o quantomeno pago di quanto ascoltato. Nemmeno l’amico Massimo Desiati, nonostante la sua compiuta e circostanziata relazione, è riuscito ad aggiungere alcunché a quanto da anni si va ripetendo nella nostra città in merito al “problema” turismo. Eppure basterebbe seguire uno schema formato da tre semplici parole: analisi, modello, programmazione.
A dire il vero una forma di “analisi” c’è stata ma troppo prolissa per l’auditorio presente e non una analisi sulle risorse e le specificità della città o del territorio ma su dati “demografici”. Sono dati che ogni anno ci vengono ripetuti. Si può esporre la situazione di un luogo senza partire, ogni volta, dalla scoperta del Polo Sud da parte di Roald Amundsen per poi finire col dire che il “Mese del brodetto” ha portato 6.000 (dico seimila) presenze a Vasto. Bastavano dati “significativi” e concreti per fotografare lo stato della città e passare alle proposte. Nessuno si è chiesto cosa significa: “diminuzione degli arrivi ma aumento delle presenze”? Forse dice qualcosa “soggiorni organizzati per gruppi di pensionati a prezzi convenienti”?
L’analisi di cui parlo io risponde alla domanda: “perché un turista dovrebbe scegliere Vasto”? Da qui le varie risposte e la discussione ampia sulle scelte in corso (non ultimo il contrasto tra l’ambiente e le centrali a biomasse o altro).
Devo tuttavia riconoscere al relatore il “coraggio” di dichiarare ai presenti che niente di quanto esposto nel precedente forum era stato concretizzato. Come dire noi parliamo ma se poi le cose non si fanno non è colpa nostra.
E allora di chi è la colpa? Non voglio attribuire questa a nessuno in particolare. Voglio proporre un metodo.
Qui la seconda parola: “modello”. Quale modello vogliamo seguire per lo sviluppo turistico di Vasto? C’è chi rimpiange il metodo “Sole, mare, quiete” degli anni Sessanta. Chi continua a fare paragoni con la costa Romagnola o con la Versilia. Chi esoticamente parla di località turistiche estere. Ne esce fuori una “Babele” che non porta da nessuna parte. Bisogna scegliere un “modello” che, previa valutazione delle nostre risorse (ambientali, paesaggistiche, monumentali, culturali, enogastronomiche ecc.), possa fornire motivazioni “originali” per far scegliere Vasto piuttosto che altre località. Un “modello” che sappia proporre Vasto e l’intero territorio a qualsiasi tipo di utenza (anche ai “crocieristi”).
A mio modo di vedere ce lo possiamo permettere ma dobbiamo discuterne seriamente e non solo in “eventi” come quello del 6° Forum sul turismo.
Le risorse come prodotto o il prodotto come risorsa? Si è addirittura dissertato su questo ieri a Palazzo d’Avalos fra interventi (pochi in verità) di chi chiedeva soluzioni per gli scarichi a mare e chi proponeva l’installazione di lampioncini lungo alcune strade. Pur di apparire si è chiesto di inserire Vasto tra i “borghi” più belli d’Italia (io odio che la mia Città sia definita borgo). Pur di apparire si è posta enfasi sul fatto che Palazzo d’Avalos rappresenta un “unicum” non solo per quello che contiene (Grande scoperta! Come se prima non lo avessero detto altri). Il sindaco intanto continuava a ripetere che sono poche le risorse economiche, continuava ad evidenziare l’assenza dell’assessore regionale, continuava a promettere soluzioni per la Marina. Non credo che si sia chiesto come ottimizzare le risorse economiche evitando gli sprechi e non aumentando le tasse. Non credo che il sindaco si sia chiesto come mai viene snobbato dall’assessore regionale (in questo caso anche dal Presidente della Provincia). Non credo che il sindaco si sia reso conto di quanto affermato in merito al problema di Fosso Marino.
L’estate è alle porte e mentre qualcuno (come me) “sogna”, sarebbe il caso di “programMare” almeno la stagione 2012 in attesa di “programMare” il futuro.


Francescopaolo D'Adamo

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