venerdì 20 gennaio 2012

I MALI DEL TURISMO VASTESE

La crisi economica ci costringe a ripensare il modello di turismo

Il 19 gennaio 2012 in Palazzo d’Avalos, confortati dalla presenza dei tanti quadri di Palizzi, si è tenuto il sesto appuntamento sul Turismo. Non è stato un convegno ma una ricognizione dei mali che affliggono questo settore vitale di gran parte della economia cittadina, alla luce dei mutamenti economici e sociali che in questo momento modificano comportamenti e consuetudini di quella parte di persone che in estate e anche in alcuni mesi dell’anno scelgono la nostra citta’. La sala era composta essenzialmente da operatori alberghieri e da balneatori delle concessioni (pochi in verita’). I commercianti: qualcuno; cittadini interessati: abbastanza pochi. Molti giornalisti. Il numero dei presenti non superava che 150 unita’.
Il mio intervento in rappresentanza della civica lista “la Nuova Terra”e il mio ragionamento, dopo le relazioni ascoltate dei tecnici Lucci e Molino, non poteva che iniziare nel ricordo della tragedia che si è consumata e che si consuma ancora all’Isola del Giglio dell’arcipelago toscano (Parco naturale), con il carico di morti della nave crociera Costa Concordia e di quello che potra’ accadere di disastro ambientale se il carico di carburante dovesse fuoriuscire dai serbatoi. Questo dramma, si badi bene e si rifletta, coincide proprio con la fine di un’epoca e di un ciclo economico vissuto all’insegna della opulenza e del divertimento: infatti la crisi economica che tutti coinvolge, ci costringe a ripensare il modello del turismo. Un turismo non di massa e da supermercati, ma costruito sulla conservazione e sulla tutela dei beni che la nostra comunita’ ha avuto in eredita’ dalla storia della citta’ stessa. Quindi, sulla valorizzazione dei manufatti architettonici, della storia archeologica, della storia religiosa, del centro storico di Vasto e di quel bene e risorsa del Mare come un grande bene pubblico. Prevale ancora la vecchia concezione di questo bene comune da sfruttare come un oggetto di mercato da vendere con un piano marketing. Forse chi pensa questo non ha compreso che il Mare non è esportabile o delocalizzabile come e’ stato in questi anni con le medie e grandi industrie inneggiando al mercato globale .
Era quanto meno opportuno ricordare l’avvenimento proprio in questo convegno dedicato al Turismo, poiche’ la passerella ha discettato solo di elenchi di cose da fare e da richiedere. Un leit motive che si ripete stancamente. Su un tema cosi’ importante e decisivo di cui tutti si riempiono la bocca quando se ne discute erano completamente assenti i consiglieri regionali eletti dal territorio: Prospero Rialzati Abruzzo; Argiro’ PDL, Palomba IDV; Tagliente PDL, Menna UDC; oltre quella dell’assessore regionale al turismo Di Dalmazio. Queste assenze la dicono lunga su come costoro rappresentano gli interessi di Vasto su un tema cosi’ decisivo a livello di regione Abruzzo, e come i vertici PDL teramani di Chiodi considerano questa parte d’Abruzzo costiero. E su come venga ignorata ancora una Legge Regionale del novembre 2005 n. 22 che ha istituito i Distretti Culturali e che attraverso questa si potevano creare le condizioni per indirizzare i flussi finanziari europei verso l’Abruzzo e in specie sul territorio del Chietino, considerato che la Provincia aveva a suo tempo istituito un Distretto culturale. Ecco cio’ che manca : l’amore e l’attenzione e lo studio verso questa parte d’Abruzzo che e’ in fase di declino economico, sociale e culturale. La Regione dei Parchi (70%) che l’Europa considera un gioiello di conservazione ambientale, il futuro assetto della costa attraverso la legge del Parco nazionale della costa teatina con le sue pregiate qualita’ e i problemi connessi non fanno parte della loro cultura e dell’interesse per il loro territorio?. La questione del risanamento delle reti fognarie e delle reti idriche dopo il ventennio di deliro costruttivo misurano la civilta’ di una comunita’ e quindi Fosso Marino non è un problema solo di questa amministrazione ma di tutta la classe politica di governo e non! La vexata questione di Punta penna, l’ambivalenza, la reticenza, la subalternita’ a concezione industriali superate, non puo’ essere sottaciuta. Un nuovo modello di economia sara’ indispensabile per quella area e non mi sembra di avere ascoltato un intervento che riflettesse su questa decisiva questione. Gli accessi pubblici al mare devono essere ripristinati e indicati come zone di grande pregio ambientale. La mia vecchia idea dare continuita’ alla passeggiata di Via Adriatica con apertura dei giardini D’Avalos e un intervento sulla bretella che collega Via Santa Lucia con la provinciale Histonium di illuminazione e marciapiede in sicurezza sono apparentemente piccole cose ma che danno il senso e la qualita’ della cosa pubblica. Un turismo culturale e ambientale sono le richieste di una nuova civilta’ del turismo vastese.

Ivo Menna

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