lunedì 30 aprile 2012

PIANGE IL TELEFONO (ANCHE IN CHIESA)

È oramai un’abitudine consolidata, un malcostume sistemico. La ineducazione avanza senza riparo, senza avvertire ostacoli. Succede tutte le domeniche in chiesa, durante la celebrazione della Santa Messa, qui da noi, a Vasto. Ecco qualche episodio. Squilla il telefonino quando il sacerdote ha già baciato l’altare: ora, dimenticare il cellulare acceso può capitare ed è scusabile, ma rispondere alla chiamata è diabolico. Altra chiesa, ieri, domenica, stessa situazione, elevata però di qualche grado. Ho ascoltato tre o quattro suonerie durante la predica. Non solo. In un caso, un fedele (fedele al telefono), dopo aver fatto squillare a lungo l’aggeggio, è uscito tranquillamente di chiesa, con ogni probabilità per terminare la conversazione. Fatti i suoi comodi, il nostro si è riaccomodato tra i banchi, come se nulla fosse. Ancora. Dopo qualche minuto, una donna (anche in questo caso il telefono ci ha deliziati con la sua musichetta per un lasso di tempo considerevole) si è spostata di due o tre metri dall’ultimo banco, quello che occupava, e ha seraficamente intavolato un dialogo. Dico una cosa semplicissima: infastidire e violare il raccoglimento altrui è sintomo di grave mancanza di rispetto verso gli altri, tenendo anche conto che entrare in chiesa con l’animo rivolto alla telefonata che arriva non è quello che ci si aspetterebbe da un cristiano. E poi, se uno attende una telefonata importante, rimanga pure a casa. Il Padreterno, che vede nel cuore di ognuno, non se ne avrà a male. 

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