giovedì 17 maggio 2012

Autoservizi Cerella: sperpero di denaro pubblico



Ricevo da un lettore

Quella che voglio raccontare è la storia di una azienda di trasporto pubblico  nata nel dopo -guerra dall'omonima famiglia. Un’ azienda che anno dopo anno  è cresciuta riuscendo a conquistare una grande fetta di mercato con le sue linee regionali, ABRUZZESI,MOLISANE, CAMPANE  e  linee MINISTERIALI con ROMA e NAPOLI. Il tutto gestito solo dal  titolare che riusciva a controllare circa una ottantina di dipendenti,titolare che a quanto ricordi non aveva nessun titolo di studio. L'azienda è stata gestita dalla famiglia fino al 1° DICEMBRE 2004 quando l'ARPA  ha rilevato 85% del capitale diventando così proprietario ed il restante  15% era rimasto alla famiglia CERELLA. Così inizia il declino dell'azienda, dal 2004 ad oggi si sono succeduti  TRE  presidenti con altrettanti CdA  che non sono mai riusciti a far decollare questa azienda. Con l'entrata  di ARPA si è creato uno  scenario diverso,dove prima gestiva tutto solo il titolare, poi si e creata  una coalizione tra  dipendenti  anziani, molti di loro sono parenti ( cugini, cognati,fratelli, mogli,mariti), che riesce a controllare  tutti i passaggi  dell'azienda e fare in modo di avere la situazione sotto controllo, tutto questo è possibile perché il CdA non è presente in azienda ma risiede in ARPA, l'unico (ostacolo) rimane un delegato del presidente che arriva da CHIETI due /tre volte alla settimana,ed un Direttore d'Esercizio vittima e carnefice  anche lui di questa parentopoli aziendale dove ricopre un  ruolo molto marginale in quanto è anche responsabile tecnico eccc.. eccc..Tutto questo ha creato negli ultimi anni una situazione di assoluto declino, dal 2004 ad oggi si sono registrati ben sette bilanci passivi  senza  che nessuno riuscisse a trovare una soluzione  ai problemi aziendali .Con il passare del tempo l'azienda inizia a vendere parte delle quote azionarie passando dall’ 85% iniziale al 51% attuali, questo per effetto di una politica di riduzione dei costi aziendali, così facendo di contro anche la famiglia Cerella vende il suo 15% non avendo più interessi a rimanere in quota vettore, quote che sono state cosi ripartite:  ARPA- 51.58%,  DI FONZO spa- 18.76%, DI CARLO BUS srl-11.33% , PASSUCCI VIAGGI-11.33%, DI GIACOMO srl -4% , COSTANTINI srl-1%, CIVITARESE srl 1%, JACOVETTI sas-1%. Questi dati sono stati presi dal sito di AUTOSERVIZI CERELLA.La domanda che sorge spontanea é questa: può un’ azienda di trasporto pubblico mettersi in società con vettori concorrenti ? Come si possono risanare i bilanci quando dentro la tua società ci sono vettori che effettuano le tue stesse linee sia regionali che ministeriali?  Possibile che un gruppo di laureati non riesce a risanare un’ azienda come "CERELLA"? Forse era meglio il vecchio proprietario che senza nessun titolo di studio era riuscito a crearsi un impero di tutto rispetto, ora distrutto.   


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