Il contenuto verte sui massimi
sistemi e sulla escatologia politica. I destinatari delle missive, dal canto
loro, lasciano cadere nel vuoto il cortese invito (“vuoi farne parte?”) e non
rispondono. Lo sforzo di Tagliente, attraverso face book, è quello di mettere
in piedi l’ennesima armata in vista dell’ennesima, stanca campagna elettorale.
Non lo dice chiaramente, non lo esplicita, ma gli amici di fb, raggiunti
dall’accattivante messaggio, hanno intuìto senza sforzo, sanno cioè che la
foglia di fico del preambolo cultural-taglientizio nasconde la volontà di
sbocco poltronico. Presi per il sedere, col loro silenzio raggelante
restituiscono pan per focaccia. Non abboccano, e stanno a guardare l’ex sindaco
mentre si avvita nei suoi discorsi privi di senso, tutti aria fritta condita
con un po’ di vuoto pneumatico. Per la serie “sotto il vestito niente”. D’altra
parte, dalle colonne (cadenti) di Qui, il già quotidiano ora settimanale,
quello dove campeggia, senza possibilità di intervento ad adiuvandum, la
dicitura orripilante “res pubblica” (sì, con due “b”), il Tagliente ci ha
abituati ad uscite tempestose, irose e fatuo-barocche. Da ultimo, il nostro,
sferrando cazzotti contro il vento, non ha risposto ad una semplice domanda:
passi o non passi col Fli? Di più, non risponde ad alcune questioni che sto
sottoponendo alla sua attenzione da anni. Ma questo è un altro capitolo sul
quale, forse, varrà la pena tornare.
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