Associazione
civica Porta Nuova – Vasto
1. Riassunto della prima puntata. Un nostro comunicato del 4 giugno
2010[1]
aveva reso pubblica una vicenda nota sino ad allora a pochissimi. La Regione
(prima il Comitato Tecnico, poi il Comitato Istituzionale) aveva approvato nel
marzo 2010, sulla base di studi presentati da privati –e con un sequestro giudiziario
in corso- una proposta di modifica alla cartografia del PAI (Piano di Assetto
Idrogeologico) presentata dal Comune di Vasto. A seguito di ciò una vasta area
in località Casarza e Torricella, già classificata “a pericolosità molto elevata” (P3), era divenuta d’un tratto “a
moderata pericolosità” (P1), e quindi edificabile.
Le reazioni non si fecero
attendere. Si accesero alcune polemiche, ma, da parte dei diretti interessati,
furono assunti anche alcuni chiari impegni:
-
da parte
del Sindaco: “questa Amministrazione
Comunale non rimarrà inerte su questa nuova riperimetrazione [...] tant’è che ha già
dato mandato all’ufficio legale di valutare quali azioni può avviare il Comune
per contestare la scelta operata dall’Autorità di Bacino” [2].
-
da parte del circolo locale del PRC: “come Partito
intendiamo portare avanti le seguenti azioni: ricorso al TAR perché si
pronunci sull’iter seguito da tutti gli attori interessati [...]; inviare le
carte alla Procura perché indaghi su procedure e responsabilità; chiedere
che il Consiglio Comunale si esprima in merito, indirizzando la Giunta a
non accogliere ulteriori istanze provenienti da privati”[3].
Neanche uno di essi ci risulta abbia avuto seguito. Il 15 dicembre 2010
la nostra Associazione fece seguire un esposto[4], sul
quale le indagini sono ancora in corso. Di seguito la seconda puntata.
2. Nella seduta del 22 luglio 2011 il Comitato Tecnico
dell’Autorità di Bacino esamina e
approva una nuova proposta, “avanzata
dal Comune di Vasto”, “di modifica
della cartografia del PAI ai sensi dell’art. 24 comma 4 lettera c) delle
Norme di attuazione, con riduzione della classe di pericolosità da molto
elevata P3 a moderata P1 di un corpo di frana di scorrimento rotazionale in
località San Nicola”. Per effetto di questa modifica la Carta della Pericolosità muta.
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Anche questa modifica resta del
tutto inosservata dalla pubblica opinione. Eppure, al di là della minore ampiezza
della superficie interessata (minore rispetto ai precedenti: a spanne, meno di
5000 mq); come pure dell’identità del privato cui essa appartiene (che, com’è
nostra abitudine, non riveliamo), si trovano in essa alcuni aspetti tutt’altro
che irrilevanti. Ciò che gli avvenimenti successivi hanno avuto la capacità di
mostrare.
3. Il 20 ottobre 2011 la Polizia Giudiziaria della Procura della
Repubblica di Vasto procede all’acquisizione della documentazione
concernente la proposta di modifica PAI avanzata dal Comune di Vasto, che il
Comitato Tecnico aveva esaminato nella seduta del 22 luglio 2011. Il 26 ottobre
l’avv. Alfonso Mercogliano, dirigente del settore Urbanistica del Comune, si
dimette dall'incarico.
4. Il 7 novembre 2011 si
riunisce il Comitato Istituzionale, che a sua volta prende in esame la
questione. Segue un estratto del verbale.
“Dalle informazioni fornite dalla
Polizia Giudiziaria è emerso che
l’indagine giudiziaria ha avuto origine
dalla realizzazione di una costruzione abusiva posta all’interno dell’area
oggetto di modifica PAI avanzata dall’Amministrazione Comunale, il cui cantiere
è stato sottoposto a sequestro. È emerso altresì che lo studio geologico allegato
alla proposta è stato commissionato dal proprietario dell’immobile oggetto di
sequestro e trasmesso dal Comune con nota del Dirigente preposto
all’Urbanistica e Pianificazione del Territorio, senza che venisse fatta
alcuna menzione delle indagini in corso da parte della Procura della Repubblica[5]. Segue ampio dibattito
in cui in cui viene evidenziato che:
- il comportamento del Dirigente
dell’Amministrazione Comunale sarebbe censurabile qualora lo stesso fosse stato
a conoscenza delle indagini da parte della Procura della Repubblica e non ha
dato contezza all’Autorità di bacino;
- è necessario che a tutte le
proposte di modifica delle cartografie dei Piani Stralcio venga allegata la
delibera di Giunta Comunale di approvazione dello studio geologico;
- è opportuno
che nell’area di
che trattasi l’Autorità di bacino svolga delle
indagini autonome inserendo
il fenomeno franoso tra quelli oggetto di revisione della Variante PAI.”
Segue “la revoca del parere reso nel verbale del 22 luglio in merito alla
proposta avanzata dal Comune di Vasto”.
Il tutto si può leggere nell’allegato
al BURA Ord. n. 2 del 13.01.2012, che pubblichiamo separatamente[6].
5. Conclusioni. Dal verbale del Comitato Istituzionale si
apprendono due fatti: 1) l’area oggetto della modifica era –anche questa volta-
interessata da un sequestro in atto; 2) la proposta di modifica –questa volta- non è passata all’esame della Giunta
comunale.
Come nel 2010, peggio che nel
2010, e nonostante tutte le promesse, il Comune di Vasto si è fatto dunque strumento
di un privato al fine di regolarizzare un vero e proprio abuso edilizio. È
accaduto, grazie a un provvidenziale intervento esterno, che stavolta la
manovra non riuscisse. Ma ciò non ne attenua certo la gravità.
C’è da attendersi ora che il Sindaco
di Vasto (e la sua maggioranza), come hanno già fatto due anni fa, tentino di
nascondersi dietro un dito, spergiurino che loro non sapevano, attribuiscano
tutta la responsabilità al Dirigente comunale... Sta di fatto che il Dirigente
in questione (che, come abbiamo visto, si era dimesso il 26 ottobre 2011) è
stato reincaricato, nello stesso settore, il 22 febbraio 2012[7]: poco
più di un mese dopo la pubblicazione sul BURA del verbale che abbiamo testé
riportato. Che in Comune nessuno legga il BURA?
[1] Altrimenti si può leggere per
esteso in: http://www.scribd.com/doc/32536367/PRG-PAI-04-06-10
.
[2]
Così il comunicato dell’Ufficio Stampa del Comune (11.06.2010).
[3]
Comunicato stampa del circolo locale del PRC, 11.06.2010.
[5] Tutte le sottolineature
sono nostre.
[7] Le voci giornalistiche di
nuove dimissioni non hanno ad oggi trovato conferma.
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