E se si mettessero d’accordo? E
se si fossero già messi d’accordo? L’uno alla ricerca della ennesima sponda cui
attraccare (onde poscia ripartire, sia chiaro), l’altro bisognevole di idonea
sistemazione per la incipiente vecchiezza. Entrambi in attesa. E quando gli
interessi coincidono, anche su fronti opposti, le alleanze si consolidano in
modo insperato, offrendo sbocchi interessanti. D’altra parte, la politica è un
mestiere che devi reinventarti di continuo, se vuoi rimanere a galla. Tagliente
e Lapenna sono i due archetipi di una stagione consumata protrattasi tra la
prima e la seconda repubblica (ma adesso siamo nella terza?), due esponenti
politici difficilmente riproponibili di fronte ad un elettorato stanco e anche
un po’ incazzato. Eppure, la via d’uscita c’è. Qualche consiglio semplice
semplice, veloce veloce: si presentino entrambi alle prossime elezioni, anticipate o a scadenza naturale che siano,
il Tagliente al Senato (qualche partito lo accoglierebbe) e il Lapenna alla Camera
(non necessariamente nelle liste del Pd). Ovviamente nel proscenio della Città
del Vasto. Il primo risultato sarebbe che non si darebbero fastidio a vicenda,
essendo impegnati in due competizioni parallele, senza possibilità di scontro. A
quel punto, potrebbero utilmente aiutarsi, ciascuno riversando sull’altro i
voti dei fedelissimi (quelli che rimangono). Va da sé che Lapenna
abbandonerebbe la poltrona di sindaco. E sarebbe una bella notizia.
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