sabato 23 giugno 2012

MANI LIBERE A PUNTA PENNA


1. La Delibera del Consiglio comunale dello scorso 18 giugno, essendo un atto di indirizzo, non avrà almeno per ora alcun effetto immediato. Ma costituisce innegabilmente un segnale politico semplice e nettissimo: passata la fiammata della mobilitazione popolare in difesa di Punta Penna, la lobby politico-imprenditoriale che da sempre gestisce quasi privatisticamente la zona si appresta ora a riprenderne per intero -e pubblicamente- il controllo.
Cambiano gli equilibri nel Comitato di gestione e, a quel che pare, cambia anche l'assetto interno alla maggioranza. Si profila, tra l'altro, anche un macroscopico conflitto di interessi: il COASIV avrà contemporaneamente titolo al rilascio delle concessioni nell'area industriale[1], e al controllo sulle concessioni rilasciate[2].
Ma sopratutto cambia il modello politico di riferimento.

2. Nella Delibera non si fa più menzione alcuna dello strumento cardine della pianificazione territoriale sovraordinata di settore (il PTAP), che prevede "interventi di riconversione con riferimento ai valori paesaggistici, ambientali e naturalistici di Punta Aderci". Un documento cui -secondo le leggi e il buon senso, nonché le dichiarazioni di facciata- la pianificazione locale avrebbe dovuto adeguarsi.
Si son guardati bene dal farlo. Al suo posto si ripropone ora un fantomatico Patto per il territorio, una trovata che questa Amministrazione ha predisposto su misura per eludere localmente i suoi obblighi[3] (con l'eventuale complicità delle associazioni ambientaliste -a parole- che vi si prestino).

3. Chi sino ad ora ha ininterrottamente comandato a Punta Penna mira insomma, con questa manovra, a predisporre gli strumenti per continuare a farlo per decenni. Vuole avere mani libere, e pochi controlli. E vuole scegliersi a sua discrezione gli interlocutori. I cittadini non glielo permetteranno.


Il Comitato Cittadino per la Tutela del Territorio



[1] Artt. 3, 4 e 5 delle NTA del PRT.
[2] Artt. 6 e 8 del PAN della Riserva.

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