Oggi, 23 settembre, a Cupello si
festeggia un compleanno davvero speciale. Angela Mecoli, graziosa signora
cupellese, dai capelli bianchi, dal viso solcato dalle rughe e dal fisico
esile, compie la bellezza di 100 anni. Nata nel 1912, lontana dal calore e
dalla protezione di un padre partito emigrante per l’America in cerca di
fortuna, vive insieme a sua madre e ai suoi 7 fratelli. E’ forte Angela,
dimostra subito di essere una donna determinata ed intraprendente, temperamento
trasmessole dai suoi genitori appartenenti ad un mondo contadino fiero e
battagliero. Cresce felice, sana e piena di energia. Passa le sue giornate tra
i campi aiutando la sua famiglia nei lavori agricoli.
Nel 1939 si sposa per amore con
Giuseppe, un uomo vigoroso dalle spalle
larghe e dall’animo gentile, come
lei stessa ripete spesso con orgoglio; la loro vita insieme si interrompe bruscamente perché nel 1940 suo
marito è richiamato alle armi e durante la guerra d’Africa, fatto prigioniero
dagli inglesi, viene deportato in India. Angela nello stesso anno dà alla luce
sua figlia Maria. Per lunghi 8 anni non si avrà di lui più nessuna notizia.
Viene dichiarato disperso. Come moglie Angela testimonia una incrollabile
fedeltà respingendo tanti pretendenti alla sua mano attratti dalla sua forte
personalità.
Sono anni difficili per l’Italia,
per lei e per tutte le donne rimaste sole a fare i conti con la guerra e con la
miseria degli anni bui della dittatura fascista, Angela, però, dedicandosi
intensamente al lavoro dei campi, riesce addirittura ad accumulare un piccolo
capitale che servirà in seguito per l’acquisto di un podere.
E mentre si impegna sola a
crescere la sua piccola Maria, il più giovane dei suoi fratelli, partito
soldato, viene deportato in un lager in Polonia da cui non farà più ritorno
facendo così abbattere ancora una volta su di lei le conseguenze della
scellerata guerra fascista. Ritorna, invece, miracolosamente, Giuseppe, l’unico
uomo della sua vita, ed è il vero inizio per loro del cammino insieme. Ad
attenderla nuove sfide, nuove emozioni, nuove ed importanti conquiste che, anno
dopo anno, l’hanno portata ad essere testimone di due guerre mondiali, della
guerra fredda, della caduta del muro di Berlino e di scoperte scientifiche prima
impensabili che hanno cambiato profondamente le nostre vite.
Angela è una donna che ha avuto
la forza di rimettersi in piedi dopo anni di rinunce, di sacrifici, di
patimenti. E’ una donna che ha ritrovato più volte la forza di andare avanti. A sessanta anni prepara le valige e parte per
emigrare in Svizzera e raggiungere suo marito che le chiede solo di stargli
accanto. Ma Angela dimostra una vivace curiosità, vuole lavorare, vuole altre
prove con cui misurarsi. Così nel giro di poco tempo impara il francese e
diventa operaia in una fabbrica di astucci per sigari.
A fronte dei tanti dubbi che oggi
affliggono la nostra generazione, dello spaesamento di questa nostra stagione e
delle speranze andate in frantumi a lei potremmo chiedere come si esce da una
crisi, come si superano lutti, disgrazie,
perdite che sembrano togliere ogni ragione per vivere. Con fatica, con
sacrificio, con rinunce, con una tenacia incrollabile, senza aspettare che
qualcuno prenda iniziative al posto suo, e soprattutto con una forte fede in
Dio, Angela dimostra che se si vuole ci si può reinventare e darsi altre chance.
Se è arrivata fino ad oggi, in
questo nuovo millennio, è anche perché ha accanto a sé ha il calore di una
figlia e di un’intera famiglia che si prende cura di lei ogni giorno con amore
e dedizione. “Un faticoso privilegio” - ha dichiarato sua nipote Lina - “è
starle accanto” e poi ha continuato “abbracciarla ogni mattina, stringerla fra le
mie braccia, toccarla, sbaciucchiarla mi ripaga di ogni fatica”. E alla mia
domanda “Cosa ti ha insegnato tua nonna?”, ha risposto, con il volto emozionato
e commosso, “Con il suo esempio, con la sua vita mi insegna che ogni età deve
essere vissuta pienamente, con dignità e fierezza, senza mai cedere alle
avversità che la vita ci riserva, che ogni giorno, anche se dovesse essere
l’ultimo, deve avere un progetto, uno scopo e nuove speranze a riempire le
giornate!”.
La storia di Angela è simile a quella
di molte donne cupellesi che senza mai perdersi d’animo hanno saputo, con forza
e coraggio, portare avanti il proprio progetto di vita. Sole, con i mariti prima
in guerra e poi emigrati, con pochi mezzi hanno saputo affrontare e superare i
patimenti della guerra e della disoccupazione.
Questo dobbiamo imparare da lei e
da tutte queste donne!
Grazie nonna Angela!
Un caro abbraccio con l’augurio
di ritrovarci fra un anno ancora una volta a farti festa!!
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