domenica 23 settembre 2012

100 CANDELINE


Oggi, 23 settembre, a Cupello si festeggia un compleanno davvero speciale. Angela Mecoli, graziosa signora cupellese, dai capelli bianchi, dal viso solcato dalle rughe e dal fisico esile, compie la bellezza di 100 anni. Nata nel 1912, lontana dal calore e dalla protezione di un padre partito emigrante per l’America in cerca di fortuna, vive insieme a sua madre e ai suoi 7 fratelli. E’ forte Angela, dimostra subito di essere una donna determinata ed intraprendente, temperamento trasmessole dai suoi genitori appartenenti ad un mondo contadino fiero e battagliero. Cresce felice, sana e piena di energia. Passa le sue giornate tra i campi aiutando la sua famiglia nei lavori agricoli.
Nel 1939 si sposa per amore con Giuseppe, un uomo vigoroso dalle spalle larghe e dall’animo gentile,  come lei stessa ripete spesso con orgoglio; la loro vita insieme  si interrompe bruscamente perché nel 1940 suo marito è richiamato alle armi e durante la guerra d’Africa, fatto prigioniero dagli inglesi, viene deportato in India. Angela nello stesso anno dà alla luce sua figlia Maria. Per lunghi 8 anni non si avrà di lui più nessuna notizia. Viene dichiarato disperso. Come moglie Angela testimonia una incrollabile fedeltà respingendo tanti pretendenti alla sua mano attratti dalla sua forte personalità.
Sono anni difficili per l’Italia, per lei e per tutte le donne rimaste sole a fare i conti con la guerra e con la miseria degli anni bui della dittatura fascista, Angela, però, dedicandosi intensamente al lavoro dei campi, riesce addirittura ad accumulare un piccolo capitale che servirà in seguito per l’acquisto di un podere.
E mentre si impegna sola a crescere la sua piccola Maria, il più giovane dei suoi fratelli, partito soldato, viene deportato in un lager in Polonia da cui non farà più ritorno facendo così abbattere ancora una volta su di lei le conseguenze della scellerata guerra fascista. Ritorna, invece, miracolosamente, Giuseppe, l’unico uomo della sua vita, ed è il vero inizio per loro del cammino insieme. Ad attenderla nuove sfide, nuove emozioni, nuove ed importanti conquiste che, anno dopo anno, l’hanno portata ad essere testimone di due guerre mondiali, della guerra fredda, della caduta del muro di Berlino e di scoperte scientifiche prima impensabili che hanno cambiato profondamente le nostre vite.
Angela è una donna che ha avuto la forza di rimettersi in piedi dopo anni di rinunce, di sacrifici, di patimenti. E’ una donna che ha ritrovato più volte la forza di andare avanti.  A sessanta anni prepara le valige e parte per emigrare in Svizzera e raggiungere suo marito che le chiede solo di stargli accanto. Ma Angela dimostra una vivace curiosità, vuole lavorare, vuole altre prove con cui misurarsi. Così nel giro di poco tempo impara il francese e diventa operaia in una fabbrica di astucci per sigari.
A fronte dei tanti dubbi che oggi affliggono la nostra generazione, dello spaesamento di questa nostra stagione e delle speranze andate in frantumi a lei potremmo chiedere come si esce da una crisi, come si superano lutti, disgrazie, perdite che sembrano togliere ogni ragione per vivere. Con fatica, con sacrificio, con rinunce, con una tenacia incrollabile, senza aspettare che qualcuno prenda iniziative al posto suo, e soprattutto con una forte fede in Dio, Angela dimostra che se si vuole ci si può reinventare e darsi altre chance.
Se è arrivata fino ad oggi, in questo nuovo millennio, è anche perché ha accanto a sé ha il calore di una figlia e di un’intera famiglia che si prende cura di lei ogni giorno con amore e dedizione. “Un faticoso privilegio” - ha dichiarato sua nipote Lina - “è starle accanto” e poi ha continuato  “abbracciarla ogni mattina, stringerla fra le mie braccia, toccarla, sbaciucchiarla mi ripaga di ogni fatica”. E alla mia domanda “Cosa ti ha insegnato tua nonna?”, ha risposto, con il volto emozionato e commosso, “Con il suo esempio, con la sua vita mi insegna che ogni età deve essere vissuta pienamente, con dignità e fierezza, senza mai cedere alle avversità che la vita ci riserva, che ogni giorno, anche se dovesse essere l’ultimo, deve avere un progetto, uno scopo e nuove speranze a riempire le giornate!”.
La storia di Angela è simile a quella di molte donne cupellesi che senza mai perdersi d’animo hanno saputo, con forza e coraggio, portare avanti il proprio progetto di vita. Sole, con i mariti prima in guerra e poi emigrati, con pochi mezzi hanno saputo affrontare e superare i patimenti della guerra e della disoccupazione.
Questo dobbiamo imparare da lei e da tutte queste donne!

Grazie nonna Angela!
Un caro abbraccio con l’augurio di ritrovarci fra un anno ancora una volta a farti festa!!




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