(di Eugenio Ragno) Il libro di Ubaldo
Giuliani-Balestrino Il carteggio
Churchill-Mussolini alla luce del processo Guareschi (edito a Roma da
Settimo Sigillo) è stato presentato a Milano, a cura dell’UNUCI (Unione
Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) alla presenza di un pubblico attento e
interessato. Dopo il saluto del generale Giovanni Fantasia, hanno parlato il
giornalista e storico Luciano Garibaldi e l’Autore, noto giurista, nonché
appassionato di storia militare e autore di libri storici di successo come Il segreto di Waterloo(2008).
Nel suo intervento, Giuliani-Balestrino
ha posto in luce le illegalità del processo che condannò il grande scrittore
Giovannino Guareschi, autore diDon Camillo, dimostrando che con quella condanna si volle smentire la validità del
carteggio tra Mussolini e Churchill, carteggio che conteneva accordi precisi,
visto che Mussolini ebbe a dichiarare: «Queste carte valgono
una guerra vinta».
Guareschi aveva pubblicato su “Candido” ‒ il settimanale di cui era fondatore e
direttore ‒ due lettere scritte da De Gasperi con
le quali il futuro leader DC chiedeva agli inglesi, nel ’44, di bombardare la
periferia di Roma. Le due lettere provenivano da un dossier venduto all’editore
di “Candido”, Rizzoli, da un ex ufficiale della RSI che lo aveva avuto in
consegna da Mussolini, pochi giorni prima della fine, affinché lo ponesse al
sicuro in Svizzera. Il dossier conteneva le copie fotografiche degli originali,
gelosamente custoditi dal Duce in una borsa che portava sempre, giorno e notte,
con sé. I documenti erano incominciati ad uscire sul settimanale “Oggi”, allora
diretto da Edilio Rusconi e sicuramente il più letto settimanale italiano. Ma,
inaspettatamente, dopo le prime tre puntate, che avevano riscosso un enorme
successo di vendite, la pubblicazione era stata sospesa, senza dare alcuna
spiegazione ai lettori. Evidentemente, un intervento dall’alto. Guareschi,
però, aveva messo le mani sulle due lettere di De Gasperi e le aveva pubblicate
per fare un dispetto al premier democristiano che pure in passato aveva sempre
appoggiato, ma che, in quell’anno 1953, giudicava non abbastanza anticomunista.
Dimostrare che le lettere di De Gasperi
erano autentiche, avrebbe significato che era autentico tutto il dossier, comprese le lettere scambiate all’inizio della Seconda Guerra Mondiale tra
Mussolini e Churchill, in virtù di un accordo segreto tra i due leader per
frenare lo strapotere di Hitler. Secondo la ricostruzione di
Giuliani-Balestrino, anziché impossessarsi del Nord Africa e del mondo arabo,
controllati dalla Gran Bretagna, Mussolini adottò il diversivo dell’attacco
alla Grecia, in accordo con Churchill. Cosa che il premier britannico mai
avrebbe tollerato che venisse alla luce.
Da qui l’interesse di Churchill e dei
suoi stretti collaboratori (il generale Alexander e il colonnello
Bonham Carter, che incontrarono a Londra gli emissari di De Gasperi) perché, in
quel 1953, il carteggio venisse giudicato falso. Ciò che avvenne, appunto, con
la condanna di Guareschi ad un anno di reclusione per avere diffamato De
Gasperi. Da parte sua, Luciano Garibaldi, noto studioso delle ultime ore di
Mussolini, ha chiarito perché Mussolini, all’atto della cattura, riferendosi
alla borsa di documenti dalla quale non si era mai staccato, e che gli venne
sequestrata da Urbano Lazzaro (il partigiano «Bill») disse a
quest’ultimo: «Queste carte valgono una guerra vinta».
Ma le carte sparirono per sempre:
consegnate, come Garibaldi ha raccontato, dal PCI a Churchill. Meno le copie portate in Svizzera, finite però anch’esse nel nulla a
seguito del processo Guareschi. In sintesi, come ha affermato Luciano
Garibaldi, ciò convalida l’ormai nota teoria della pista inglese secondo cui fu
Churchill il responsabile della morte del capo del Fascismo e di Claretta
Petacci, che conosceva tutti i suoi segreti. (Eugenio Ragno)
da Corrispondenza Romana
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