I danni causati dal fuoco nella Riserva di Punta d’Erce sono gravi non
soltanto dal punto di vista naturalistico, lo sono per il pervicace
atteggiamento vandalico di persone che ritengono di poter raggiungere, così,
chissà quale risultato o soltanto per una provocatoria molestia.
Se questo accade, però, vuol dire che, per alcuni, la Riserva di Punta
d’Erce non è una risorsa per la città. La Politica amministrativa deve riuscire
a rendere virtuosa, per tutti, l’esistenza, sul nostro territorio, di una realtà
naturalistica importante che può generare anche occasione di sviluppo
economico. Ogni azione contraria e distruttiva di un bene che rappresenta un
valore segna, oltretutto, un fallimento nella gestione del bene stesso. I
delinquenti esisteranno sempre ma la soluzione non può risiedere in un atteggiamento proibizionista che impone
regole mal sopportate che potrebbero ingenerare soltanto ulteriore acrimonia in
una stupida guerra senza fine.
La Riserva va meglio tutelata e preservata dai piromani e non può essere
certamente una sbarra in più ad impedire che i fenomeni incendiari di questi
giorni si verifichino ancora. Al contempo, occorre una rivisitazione del suo
Piano di Assetto Naturalistico, affinché questo prezioso elemento territoriale
possa essere equilibratamente fruito, educando al suo uso anche i meno
sensibili al rispetto dell’Ambiente in senso lato.
Così come è inopportuno voler mantenere le strade d’accesso alla Riserva
in uno stato pietoso per scoraggiare l’ingresso delle auto. Meglio istituire un
servizio di navette elettriche da utilizzare per trasportare, su strade sicure,
visitatori e turisti dai parcheggi esistenti fin dentro la Riserva.
E’ impensabile rendere off-limits, come fosse zone militare interdetta,
un territorio unico e di pregio per l’intera città e non soltanto per gli
addetti al mestiere.
Massimo Desiati
Progetto per Vasto
Progetto per Vasto
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