E’ di oggi la notizia che Franco Marini, entrerà nella lista del Partito democratico in Abruzzo senza aver fatto le primarie come gli altri candidati. Lo hanno deciso Bersani e “compagni” grazie alla legge detta Porcellum che il centro sinistra e il centro destra non ha mai voluto che venisse abrogata per restituire il diritto di voto ai cittadini italiani. Prevale ancora il potere di un ceto politico screditato e le primarie sono state una penosa farsa. La candidatura imposta da Roma, di Marini, rappresenta un insulto e una offesa ai sinceri democratici abruzzesi che in questi anni hanno dovuto assistere alle decisioni e alle scelte che costui ha imposto in Abruzzo con i risultati di una intera Giunta Regionale, quella di Del Turco, spazzata via dal maglio giudiziario a causa della vicenda Sanitopoli. E di quel Lusi tesoriere del partito della Margherita di Rutelli arrestato. Il quale diviene senatore grazie a Marini dopo avere capeggiato con quest’ultimo la lista di Franceschini alle primarie abruzzesi.
Questa figura centrale della vita
politica nazionale – ex presidente del Senato, ex democristiano, ex alpino, ma
soprattutto ex sindacalista,- nei
mesi tormentati del 2008 del centro sinistra regionale, che è stato decimato da
arresti, dimissioni, scandali e che chiude una stagione politica il 14 luglio di
una classe dirigente tutta voluta da lui, - perché non ha avviato a livello regionale una
riflessione seria sulle cause politiche della fine del centro sinistra
abruzzese? E perché non ha voluto affrontare una discussione sulle cause che
hanno condotto al fallimento del centro sinistra abruzzese dopo che lui
medesimo ha scelto e imposto in Abruzzo ex sindacalisti di area socialista - Del Turco, Cesarone, Quarta (tutti arrestati) – facendoli poi confluire nel nuovo PD? Noi riteniamo che una discussione democratica
avviata avrebbe messo in luce le responsabilità di Marini quando ha
personalmente deciso i nomi nuovi della classe politica abruzzese. E che quest’ultima
non poteva che rimanere silente e complice nei confronti di Marini che li aveva
scelti.
Ma l’opinione pubblica e i fatti
accaduti accusano uno solo: Marini. Per lui non vi è appello: egli porta intera la responsabilità politica del fallimento del
centro sinistra regionale e con pesanti riflessi nazionali. Voleva ricostituire
il centro cattolico, e lo ha fatto
così bene imponendo Mazzocca come assessore alla sanità; poi, qualche anno dopo, Boschetti, come
assessore ai Trasporti. Il suo disegno si completa decidendo per il suo amico
sindacalista Del Turco(presidente di giunta regionale), con gli amici di
merenda di quest’ultimo, tali Quarta e Cesaroni: i quali assieme ai tre “cattolici” a dir lo vero, dopo gli arresti
infilano il viale del tramonto politico
e la umiliante condizione di arrestati. E sempre alla ricerca del centro cattolico il suo disegno si
completa iscrivendo al partito democratico Del Turco, Cesarone, e Quarta (ex
socialisti) attingendo all’inveterato trasformismo
italiano. D’altra parte tutto il copione della sua carriera è costellato di
giravolte politiche, trasformismi, ondivaghe posizioni. Comunque lui ne esce
sempre bene: in soli quindici anni si è ritrovato cinque volte in Parlamento, parlamentare
europeo, e con una serie di immobili ai Parioli di Roma di enorme
valore economico. Egli ha svolto un ruolo preciso nella indicazione di
uomini e figure politiche addirittura scegliendo personalmente Del Turco a
Governatore dell’Abruzzo. E non poteva che finire così se si inseguiva un
sistema di potere fondato su affari, clientele, denaro, investimenti
immobiliari, conflitti di interesse. I suoi alleati di centro sinistra,
Rifondazione Comunista, Verdi, Italia dei Valori abdicando al loro ruolo
politico di critica e di proposta sono stati travolti per la loro sudditanza. Questi ultimi perdendo dignità
politica e autonomia sono ancora alla ricerca di un ruolo che la storia e i
cittadini nega loro, costretti a rifugiarsi con gli “arancioni” di Rivoluzione
civile con il nuovo leader preso in prestito dalla Magistratura “Ingroia”. E questo sarebbe il rinnovamento di cui
ciancia Bersani e tutto il mondo periferico del P.D. ? Ancora una volta sulla testa degli abruzzesi
e degli italiani passano le decisioni prese altrove e fuori dal territorio abruzzese:
il solito copione.
Ivo Menna
ambientalista storico Lista
“ la Nuova Terra”
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