mercoledì 9 gennaio 2013

UN INSULTO


E’ di oggi la notizia che  Franco Marini, entrerà nella lista del Partito democratico in Abruzzo senza aver fatto le primarie come gli altri candidati. Lo hanno deciso Bersani e “compagni” grazie alla legge detta Porcellum che il centro sinistra e il centro destra non ha mai voluto che venisse abrogata per restituire il diritto di voto ai cittadini italiani. Prevale ancora il potere di un ceto politico screditato e le primarie sono state  una penosa farsa. La candidatura imposta da Roma, di Marini, rappresenta un insulto e una offesa ai sinceri democratici abruzzesi che in questi anni hanno dovuto assistere alle decisioni e alle scelte che costui ha imposto in Abruzzo con i risultati di una intera Giunta Regionale, quella di Del Turco, spazzata via dal maglio giudiziario a causa della vicenda Sanitopoli. E di quel Lusi tesoriere del partito della  Margherita di Rutelli arrestato. Il quale diviene  senatore grazie a Marini dopo avere capeggiato con quest’ultimo la lista di Franceschini alle primarie abruzzesi.
Questa figura centrale della vita politica nazionale – ex presidente del Senato, ex democristiano, ex alpino, ma soprattutto ex sindacalista,- nei mesi tormentati del 2008 del centro sinistra regionale, che è stato decimato da arresti, dimissioni, scandali e che chiude una stagione politica il 14 luglio di una classe dirigente tutta voluta da lui, - perché  non ha avviato a livello regionale una riflessione seria sulle cause politiche della fine del centro sinistra abruzzese? E perché non ha voluto affrontare una discussione sulle cause che hanno condotto al fallimento del centro sinistra abruzzese dopo che lui medesimo ha scelto e imposto  in Abruzzo ex sindacalisti di area socialista - Del Turco, Cesarone, Quarta (tutti arrestati) – facendoli poi  confluire nel nuovo PD?  Noi riteniamo che una discussione democratica avviata avrebbe messo in luce le responsabilità di Marini quando ha personalmente deciso i nomi nuovi della classe politica abruzzese. E che quest’ultima non poteva che rimanere silente e complice nei confronti di Marini che li aveva scelti.
Ma l’opinione pubblica e i fatti accaduti accusano  uno solo: Marini. Per lui  non vi è appello: egli porta intera  la responsabilità politica del fallimento del centro sinistra regionale e con pesanti riflessi nazionali. Voleva ricostituire il centro cattolico, e lo ha fatto così bene imponendo Mazzocca come assessore alla sanità; poi, qualche anno dopo, Boschetti, come assessore ai Trasporti. Il suo disegno si completa decidendo per il suo amico sindacalista Del Turco(presidente di giunta regionale), con gli amici di merenda di quest’ultimo, tali Quarta e Cesaroni: i quali assieme ai tre “cattolici” a dir lo vero, dopo gli arresti infilano il  viale del tramonto politico e la umiliante condizione di arrestati. E sempre alla ricerca del centro cattolico il suo disegno si completa iscrivendo al partito democratico Del Turco, Cesarone, e Quarta (ex socialisti) attingendo all’inveterato trasformismo italiano. D’altra parte tutto il copione della sua carriera è costellato di giravolte politiche, trasformismi, ondivaghe posizioni. Comunque lui ne esce sempre bene: in soli quindici anni si è ritrovato cinque volte in Parlamento, parlamentare europeo, e con una serie di immobili ai Parioli di Roma di enorme valore economico. Egli ha svolto un ruolo preciso nella indicazione di uomini e figure politiche addirittura scegliendo personalmente Del Turco a Governatore dell’Abruzzo. E non poteva che finire così se si inseguiva un sistema di potere fondato su affari, clientele, denaro, investimenti immobiliari, conflitti di interesse. I suoi alleati di centro sinistra, Rifondazione Comunista, Verdi, Italia dei Valori abdicando al loro ruolo politico di critica e di proposta sono stati travolti per la loro  sudditanza. Questi ultimi perdendo dignità politica e autonomia sono ancora alla ricerca di un ruolo che la storia e i cittadini nega loro, costretti a rifugiarsi con gli “arancioni” di Rivoluzione civile con il nuovo leader preso in prestito dalla Magistratura “Ingroia”.  E questo sarebbe il rinnovamento di cui ciancia Bersani e tutto il mondo periferico del P.D. ?  Ancora una volta sulla testa degli abruzzesi e degli italiani passano le decisioni prese altrove e fuori dal territorio abruzzese: il solito copione.
       
Ivo Menna 
ambientalista storico Lista “ la Nuova Terra”

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