mercoledì 13 marzo 2013

OMBRINA, NON S'HA DA FARE



Lettera ai consiglieri Comunali, Sindaco e componenti della Giunta Comunale della Città del Vast0

Carissimi consiglieri Comunali,Sindaco e componenti della Giunta Comunale della Città del Vasto,impegni collegati all’insediamento della 1a Seduta Pubblica del Senato indetta per Venerdì 15 marzo 2013 non mi consentono di essere presente alla seduta del Consiglio Comunale,in adunanza aperta,di Giovedi 14 marzo 2013 con all’ordine del giorno: Progetto OMBRINA MARE 2 - Provvedimenti.

           Nei giorni scorsi,anche attraverso  un comunicato stampa,ho dichiarato la mia volontà  e quella degli altri “cittadini” del M5S abruzzesi eletti alla Camera ed al Senato, di batterci contro la autorizzazione per la piattaforma petrolifera Ombrina Mare. Come ricordato in quella occasione :“troppe, e di tanti, sono state le incertezze sull’articolo 35 del decreto “Cresci Italia” (d.l. 83/2012)” ,decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 7 agosto 2012, n. 134. Bisogna essere chiari nelle intenzioni e nelle volontà,a partire dai Consigli Comunali.


Non ci sottraiamo  alla promozione, come cittadini del M5S eletti alla Camera ed al Senato, d'iniziative legislative che blocchino immediatamente la procedura di Ombrina Mare e ridisegnino le regole per l'estrazione del petrolio e del gas in nome di una maggiore tutela dei territori e delle comunità che ci vivono.

Pensiamo,altresì, che i consigli comunali che ,in questi giorni si stanno esprimendo sull’argomento “Ombrina mare”,proprio in quanto massima espressione di rappresentanza delle popolazioni che nei territori interessati vivono,non debbano esprimersi solo nella direzione del gravissimo danno per l’ambiente che il rilascio di tale autorizzazione,o di autorizzazioni analoghe, crea/creano.Ma anche in direzione di auspicare una azione comune dei “cittadini” Deputati e Senatori eletti nella Regione Abruzzo verso la presentazione di un disegno di legge che sia:

a)abrogativo dell’articolo 6,comma 17 del D.lgs. 152/06 cosi come modificato dalla legge 134/12 nella parte in cui dispone che sono” fatti  salvi   i   procedimenti concessori di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991 in corso alla data di entrata  in  vigore  del  decreto  legislativo  29 giugno 2010 n. 128  ed  i  procedimenti  autorizzatori  e  concessori conseguenti e connessi, nonche' l'efficacia  dei  titoli  abilitativi gia' rilasciati alla medesima data, anche ai  fini  della  esecuzione delle attivita' di ricerca, sviluppo e  coltivazione  da  autorizzare nell'ambito dei titoli stessi, delle eventuali  relative  proroghe  e dei procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti  e  connessi.”;

b)modificativo della parte in cui si dispone,nella stessa legge 134/12, che”le predette attivita' sono  autorizzate  previa  sottoposizione  alla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui  agli  articoli 21 e seguenti del presente decreto,  sentito  il  parere  degli  enti locali posti in un raggio  di  dodici  miglia  dalle  aree  marine  e costiere interessate dalle attivita' di  cui  al  primo  periodo  “,svincolando dalle “dodici  miglia” l’espressione di parere, ma coinvolgendo tutti gli enti locali della Regione in cui ricadono  le “aree  marine  e costiere interessate dalle attività di  cui  al  primo  periodo  “.


 
Crediamo anche che a nessuno di voi sfugga il fatto che l’Art. 38 -Semplificazioni delle attivita' di  realizzazione  di  infrastrutture energetiche e liberalizzazioni nel mercato del gas naturale della medesima legge 134/12,”sterilizza” il ruolo delle Regioni. Prima di questa modifica legislativa la Regione, chiamata a stringere con lo Stato un’intesa, avrebbe potuto chiedere che sull’opera si effettuasse una nuova valutazione e avrebbe potuto sottoporre allo Stato un progetto alternativo. Ora, in buona sostanza, non può più pretendere nulla.

E non vi sfuggirà quanto sia necessaria una normativa piu’ stringente rispetto ai  siti utilizzati per l'estrazione e fare in modo  gli stessi non dovranno essere utilizzati come " siti geologicamente  idonei per lo stoccaggio e il rimessaggio di sostanze tossiche" , operazione che ha visto la  Regione Basilicata al centro di un interesse specifico di aziende e di “ecomafie”.
 
In queste direzioni siamo disponibili, come cittadini senatori e deputati eletti in Abruzzo  nel M5S ,ad accompagnare un sano protagonismo dei territori e delle istituzioni locali contro l’arrivo di nuove piattaforme.

 

Gianluca Castaldi, cittadino “senatore” del M5S.


Addendum di annotazioni per la discussione.
Al fine di favorire una discussione documentata e serena vi invio alcune annotazioni elaborate da attivisti del M5S:
1.-   In circa 100 interventi per idrocarburi in Abruzzo, sono stati finora perforati 554 pozzi a terra e 138 in mare, a fronte di 5424 pozzi a terra e 1681 in mare in Italia. In tali densità l’Abruzzo è al terzo posto nazionale dopo le regioni Emilia-Romagna (1697 pozzi) e Lombardia (682 pozzi);

2.- L’area lorda di territorio impegnata mediamente da ciascun pozzo è di 13,23 kmq in Emilia Romagna, 19,4 kmq in Abruzzo e 35 kmq in Lombardia: l’Abruzzo è qui al secondo posto nazionale;

3.- L’area lorda di territorio abruzzese orograficamente e ambientalmente accessibile è solo il 70% dell’intera regione: ciò fa sì che, mediamente, ogni quadrato di territorio di 3,5 km di lato alloggi un pozzo, ossia che ogni essere vivente in Abruzzo è permanentemente a mezz’ora di normale marcia podistica da un pozzo: anche qui l’Abruzzo è al secondo posto nazionale dopo l’Emilia Romagna;

4.- L’impatto, ossia il costo, ambientale di ogni pozzo è ripartito su 14585 residenti in Lombardia, su 2618 residenti in Emilia Romagna e su 2424 residenti in Abruzzo: come costo ambientale gravante su ciascun residente l’Abruzzo è dunque al primo posto nazionale;

5.- Mediamente, in Emilia Romagna sono allocati 4,9 pozzi a terra per Comune, in Lombardia 0,44 e in Abruzzo 1,82:  qui l’Abruzzo è al secondo posto nazionale;

6.- Essendo ogni intervento autorizzato (permesso o concessione) immediata variante urbanistica, gli interventi vigenti impegnano dunque il 52% della superficie regionale accessibile e l’intera fascia marina costiera fra Martinsicuro e S. Salvo fino al limite della acque territoriali. Ciò colloca l’Abruzzo al secondo posto nazionale;

7.- Statisticamente, i pozzi sterili in Abruzzo sono il 44% in terra e il 38% in mare: essi sono utilizzati in servizi ausiliari (re iniezioni d’acqua etc). Del totale dei pozzi perforati, producono attualmente gas 15 pozzi a terra e 26 in mare, producono olio greggio 30 pozzi in mare, 95 pozzi sono adibiti a stoccaggio gas. Tutte le centrali di stoccaggio italiane (14) si trovano nella fascia di confine fra Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, tranne 3 che si trovano… in Abruzzo! (Treste, Cellino, Filetto). Come utilizzo dei pozzi l’Abruzzo è dunque al secondo posto nazionale.

8.- Le centrali di raccolta e distribuzione del gas sono in Abruzzo 2 per il mare e 2 a terra (Torino di Sangro e Pineto; Cellino e S. Martino sulla Marruccina), per complessivi circa 80.000 mq. Anche qui l’Abruzzo detiene il terzo posto nazionale;

9.- L’Abruzzo sta producendo correntemente Olio Greggio: la sola concessione Rospo Mare ha fornito, nel 2010, il 4,4% della produzione nazionale (204 mila tonnellate; media annua 260mila; picco annuo 393mila). Inoltre, dai permessi di ricerca e dalle concessioni non a norma si estraggono correntemente produzioni non conteggiate e illegittime, come da Colle Sciarra o da Miglianico (quest’ultima ha fornito nel 2004 circa 322mila smc di gas e 880 tonnellate di olio greggio, senza sottoporli all’obbligatoria depurazione primaria). In sintesi, la quota di produzione abruzzese in entrambi i prodotti è più che doppia della media nazionale fra le regioni e colloca sistematicamente l’Abruzzo fra i primi cinque posti in valori assoluti.

Sapete quanto “rende” alla Regione Abruzzo questa “generosa “ disponibilità?

Proventi delle royalties applicate alle produzioni idrocarburi(cifre ufficiali dal sito del MISE)
314.415,50 €!!!!Ne vale la pena?Pensiamo di no!!!

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