Lettera
ai consiglieri Comunali, Sindaco e componenti della Giunta Comunale della
Città del Vast0
Carissimi
consiglieri Comunali,Sindaco e componenti della Giunta Comunale della Città del
Vasto,impegni collegati all’insediamento della 1a Seduta Pubblica del
Senato indetta per Venerdì 15 marzo 2013 non mi consentono di essere presente
alla seduta del Consiglio Comunale,in adunanza aperta,di Giovedi 14 marzo 2013
con all’ordine del giorno: Progetto OMBRINA MARE 2 - Provvedimenti.
Nei giorni scorsi,anche attraverso un comunicato stampa,ho dichiarato la mia volontà e quella degli altri “cittadini” del M5S abruzzesi eletti alla Camera ed al Senato, di batterci contro la autorizzazione per la piattaforma petrolifera Ombrina Mare. Come ricordato in quella occasione :“troppe, e di tanti, sono state le incertezze sull’articolo 35 del decreto “Cresci Italia” (d.l. 83/2012)” ,decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 7 agosto 2012, n. 134. Bisogna essere chiari nelle intenzioni e nelle volontà,a partire dai Consigli Comunali.
Non ci
sottraiamo alla promozione, come cittadini
del M5S eletti alla Camera ed al Senato, d'iniziative legislative che blocchino
immediatamente la procedura di Ombrina Mare e ridisegnino le regole per
l'estrazione del petrolio e del gas in nome di una maggiore tutela dei
territori e delle comunità che ci vivono.
Pensiamo,altresì, che i consigli comunali che ,in
questi giorni si stanno esprimendo sull’argomento “Ombrina mare”,proprio in
quanto massima espressione di rappresentanza delle popolazioni che nei
territori interessati vivono,non debbano esprimersi solo nella direzione del
gravissimo danno per l’ambiente che il rilascio di tale autorizzazione,o di
autorizzazioni analoghe, crea/creano.Ma anche in direzione di auspicare una
azione comune dei “cittadini” Deputati e Senatori eletti nella Regione Abruzzo
verso la presentazione di un disegno di legge che sia:
a)abrogativo dell’articolo
6,comma 17 del D.lgs. 152/06 cosi come modificato dalla legge 134/12 nella
parte in cui dispone che sono” fatti salvi
i procedimenti concessori di cui
agli articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991 in corso alla data di entrata in
vigore del decreto
legislativo 29 giugno 2010 n.
128 ed
i procedimenti autorizzatori
e concessori conseguenti e
connessi, nonche' l'efficacia dei titoli
abilitativi gia' rilasciati alla medesima data, anche ai fini
della esecuzione delle attivita'
di ricerca, sviluppo e coltivazione da
autorizzare nell'ambito dei titoli stessi, delle eventuali relative
proroghe e dei procedimenti
autorizzatori e concessori conseguenti e connessi.”;
b)modificativo della parte in cui si
dispone,nella stessa legge 134/12, che”le predette attivita' sono autorizzate
previa sottoposizione alla procedura di valutazione di impatto
ambientale di cui agli articoli 21 e seguenti del presente
decreto, sentito il
parere degli enti locali posti in un raggio di dodici miglia
dalle aree marine
e costiere interessate dalle attivita' di cui
al primo periodo “,svincolando dalle “dodici miglia” l’espressione di parere, ma
coinvolgendo tutti gli enti locali della Regione in cui ricadono le “aree
marine e costiere interessate
dalle attività di cui al
primo periodo “.
Crediamo anche che a nessuno di voi sfugga il fatto che l’Art. 38 -Semplificazioni delle attivita' di realizzazione di infrastrutture energetiche e liberalizzazioni nel mercato del gas naturale della medesima legge 134/12,”sterilizza” il ruolo delle Regioni. Prima di questa modifica legislativa la Regione, chiamata a stringere con lo Stato un’intesa, avrebbe potuto chiedere che sull’opera si effettuasse una nuova valutazione e avrebbe potuto sottoporre allo Stato un progetto alternativo. Ora, in buona sostanza, non può più pretendere nulla.
E non vi sfuggirà
quanto sia necessaria una normativa piu’ stringente rispetto ai siti utilizzati per l'estrazione e fare in modo gli stessi non dovranno essere utilizzati
come " siti geologicamente idonei
per lo stoccaggio e il rimessaggio di sostanze tossiche" , operazione che
ha visto la Regione Basilicata al centro
di un interesse specifico di aziende e di “ecomafie”.
In queste direzioni siamo
disponibili, come cittadini senatori e deputati eletti in Abruzzo nel M5S ,ad
accompagnare un sano protagonismo dei territori e delle istituzioni locali
contro l’arrivo di nuove piattaforme.
Gianluca Castaldi, cittadino “senatore” del M5S.
Addendum di annotazioni per la
discussione.
Al fine
di favorire una discussione documentata e serena vi invio alcune annotazioni elaborate da attivisti del M5S:
1.- In circa 100 interventi per idrocarburi in
Abruzzo, sono stati finora perforati 554 pozzi a terra e 138 in mare, a fronte
di 5424 pozzi a terra e 1681 in mare in Italia. In tali densità l’Abruzzo è al terzo
posto nazionale dopo le regioni Emilia-Romagna (1697 pozzi) e
Lombardia (682 pozzi);
2.- L’area lorda di territorio impegnata mediamente
da ciascun pozzo è di 13,23 kmq in Emilia Romagna, 19,4 kmq in Abruzzo e 35 kmq
in Lombardia: l’Abruzzo è qui al secondo posto nazionale;
3.- L’area lorda di territorio abruzzese
orograficamente e ambientalmente accessibile è solo il 70% dell’intera regione:
ciò fa sì che, mediamente, ogni quadrato di territorio di 3,5 km di lato
alloggi un pozzo, ossia che ogni essere vivente in Abruzzo è permanentemente a
mezz’ora di normale marcia podistica da un pozzo: anche qui l’Abruzzo è al secondo
posto nazionale dopo l’Emilia Romagna;
4.- L’impatto,
ossia il costo, ambientale di ogni pozzo è ripartito su 14585 residenti in
Lombardia, su 2618 residenti in Emilia Romagna e su 2424 residenti in Abruzzo:
come costo ambientale gravante su ciascun residente l’Abruzzo è dunque al primo
posto nazionale;
5.- Mediamente, in
Emilia Romagna sono allocati 4,9 pozzi a terra per Comune, in Lombardia 0,44 e
in Abruzzo 1,82: qui l’Abruzzo è al secondo
posto nazionale;
6.- Essendo ogni
intervento autorizzato (permesso o concessione) immediata variante urbanistica,
gli interventi vigenti impegnano dunque il 52% della superficie regionale
accessibile e l’intera fascia marina costiera fra Martinsicuro e S. Salvo fino
al limite della acque territoriali. Ciò colloca l’Abruzzo al secondo
posto nazionale;
7.-
Statisticamente, i pozzi sterili in Abruzzo sono il 44% in terra e il 38% in
mare: essi sono utilizzati in servizi ausiliari (re iniezioni d’acqua etc). Del
totale dei pozzi perforati, producono attualmente gas 15 pozzi a terra e 26 in
mare, producono olio greggio 30 pozzi in mare, 95 pozzi sono adibiti a
stoccaggio gas. Tutte le centrali di stoccaggio italiane (14) si trovano nella
fascia di confine fra Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, tranne 3 che si
trovano… in Abruzzo! (Treste, Cellino, Filetto). Come utilizzo dei pozzi
l’Abruzzo è dunque al secondo posto nazionale.
8.- Le centrali di
raccolta e distribuzione del gas sono in Abruzzo 2 per il mare e 2 a terra
(Torino di Sangro e Pineto; Cellino e S. Martino sulla Marruccina), per
complessivi circa 80.000 mq. Anche qui l’Abruzzo detiene il terzo
posto nazionale;
9.- L’Abruzzo sta
producendo correntemente Olio Greggio: la sola concessione Rospo Mare ha
fornito, nel 2010, il 4,4% della produzione nazionale (204 mila tonnellate;
media annua 260mila; picco annuo 393mila). Inoltre, dai permessi di ricerca e
dalle concessioni non a norma si estraggono correntemente produzioni non
conteggiate e illegittime, come da Colle Sciarra o da Miglianico (quest’ultima
ha fornito nel 2004 circa 322mila smc di gas e 880 tonnellate di olio greggio, senza sottoporli all’obbligatoria depurazione primaria). In sintesi, la
quota di produzione abruzzese in entrambi i prodotti è più che doppia
della media nazionale fra le regioni e colloca sistematicamente l’Abruzzo fra i
primi cinque posti in valori assoluti.
Sapete quanto
“rende” alla Regione Abruzzo questa “generosa “ disponibilità?
Proventi delle royalties applicate alle produzioni idrocarburi(cifre
ufficiali dal sito del MISE)
314.415,50 €!!!!Ne vale la pena?Pensiamo di no!!!
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