venerdì 5 aprile 2013

QUANDO A VASTO NACQUE L’ISTITUTO COMMERCIALE COMUNALE




Il corrente anno  scolastico 2012/2013 è il novantesimo dell’Istituto Tecnico Commerciale “F. Palizzi” di Vasto, oggi anche ad indirizzo Turistico e per Geometri.
La lunga storia di questo Istituto nacque nell’autunno del 1922. Nel mese di settembre di quell’anno venne distribuito in città  un volantino, a firma del sindaco Avv. Florindo Ritucci Chinni, che annunciava la prossima apertura in città di un Istituto Commerciale  ed un Ginnasio, comunali, “in conformità dei programmi delle scuole regie di pari grado”. Pur se la città in quei giorni era in grande fermento per l’adesione al Partito Nazionale Fascista del gruppo di Democrazia Liberale guidato dall’ex sindaco Gelsomino Zaccagnini (passaggio avvenuto il 30 settembre), il volantino ebbe successo e ci furono nove iscrizioni: Palazzuolo, Bonacci, Benedetti, Trivelli e Reale di Vasto,Di Fonzo e i fratelli Dina e Flavio D’Ercole di Scerni e Maria Pia D’Ugo di Gissi.
E così il 7 ottobre del 1922 iniziava il primo anno scolastico di un Istituto a lungo atteso in città visto che in provincia l’unico Istituto Commerciale funzionante era quello di Chieti, intitolato al grande economista teatino “Ferdinando Galiani”. Perciò i migliori nostri studenti della Scuola Tecnica “G.Rossetti” (in quella scuola si formò anche Raffaele Mattioli) per raggiungere il diploma dovevano trasferirsi a Chieti, dove per la verità si distinguevano notevolmente, al punto che quando nel 1887 la Camera di Commercio di Chieti istituì una robusta borsa di studio per il miglior diplomato ragioniere da avviare, per la laurea, alla Scuola Superiore del Commercio di Genova, per cinque anni di seguito vinsero studenti Vastesi. E la Camera di Commercio, senza alcuna motivazione, ma evidentemente piccata, soppresse l’iniziativa.
I cinque bravissimi studenti vincitori di quella borsa di studio furono: Giuseppe Manzitti (1887), Raffaele Mattioli, zio del futuro presidente della COMIT (1888), Oreste Manzitti (1889), Vincenzo Cieri (1890), Orlando Monacelli (1891).
Dal 1922, dunque, gli studenti della Scuola Tecnica “G.Rossetti”, ma anche del circondario, ebbero l’Istituto Commerciale in casa e per quell’ anno scolastico furono affidati ai seguenti  professori: Prof. Michele Catalano: Lingua Italiana con l’incarico anche di Preside, Prof. Ernesto del Fra: Storia e Geografia economica: Prof. Mario Di Rocca: Computisteria e Ragioneria, Prof.ssa Giulia Ruggeri: Matematica, Prof. Raffaele Giacomucci: Scienze, Prof. Giulio Cardone: Tecnica Commerciale ed Istituzioni Economiche, Prof.Luigi Diaferia: Istituzioni di Diritto, Prof.ssa Emilia Violi: Francese ed Inglese, Prof. Michele Trivelli: Stenografia, Prof. Stanislao Campolieti: Calligrafia. Pur tra enormi difficoltà economiche l’Istituto restò “Comunale” fino al 1925, quando finalmente arrivò la regificazione (del solo Commerciale, del Ginnasio non se ne seppe più nulla), cioè la statalizzazione, e si potè aprire il primo anno scolastico “riformato”, infatti due anni prima, nel 1923 , era stata varata la Riforma “Gentile”.
Il 30 settembre dello stesso anno l’Istituto fu intitolato a “Nicola Paolucci”, padre della medaglia d’oro on. Raffaele Paolucci.
La regificazione si ottenne anche per il tenace impegno del segretario locale del “Fascio”, prof. Raffaele Giacomucci, del Sottosegretario, pescarese, on. Giacomo Acerbo e dell’on. Raffaele Paolucci. Non solo, ma già nel mese di marzo del 1925, quando l’Istituto non era stato ancora regificato ufficialmente, il Consiglio Comunale, su proposta del sindaco Pietro Suriani, concedeva la cittadinanza onoraria al Ministro delle Finanze Alberto De Stefani,  e con la seguente motivazione “…per il merito di valorizzare, con la fondazione del Regio Istituto Commerciale, questo estremo lembo della terra d’Abruzzo”.
La regificazione si portò dietro due importanti novità: all’Istituto fu dato l’indirizzo Mercantile (ve ne erano pochissimi) e, caso rarissimo in Italia, la dipendenza amministrativa ed economica dell’Istituto fu data al Ministero dell’Economia e non al Ministero dell’Educazione Nazionale.

NICOLANGELO D’ADAMO

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