Tra contributi e
manifestazioni. Una festa che dura tutto l’anno
Grande Gaspari:
lapidario, stile asciutto ed essenziale, senza fronzoli e giri di parole. A Casalanguida, diede il meglio di sé. “Io chiuderei le mangiatoie che
popolano l’Abruzzo e recupererei il danaro che va in fumo” chiosò l’ex
ministro. Come dargli torto, se solo ci guardiamo attorno, nella nostra realtà
vastese? Il danaro pubblico, in effetti, si perde in mille rivoli e in mille
centri di spesa e, diciamo la verità, qualcuno ne approfitta. Alla faccia del
debito pubblico, della crisi, delle aziende che chiudono e del letame nel quale
è infognata la Regione Abruzzo. Come se niente fosse, come se vivessimo nel
migliore dei mondi possibili di voltairiana memoria, le associazioni culturali
continuano inesorabili a pompare soldi (pubblici). È una situazione che ho
vissuto dall’interno, quando facevo parte dei probiviri (pensa un po’!)
dell’associazione (culturale, appunto) denominata pomposamente L’Argonauta.
Visto l’andazzo, e non c’è voluto molto, me ne sono andato. In quel breve
periodo, ho visto danaro (pubblico) passare sotto il mio naso e ho risposto
telefonicamente a persone che chiedevano, a più riprese, la giusta mercede per
le prestazioni rese. Piccola cosa, tutto sommato pochi soldi, mi si dirà. Può
essere, ma facciamo un po’ di conti, se solo la Regione si decidesse a
pubblicarli sul proprio sito, e comunque consideriamo che il fenomeno è esteso
dal Trigno al Tronto, passando per la dorsale appenninica, oltre lo
spartiacque. Intanto, tra una manifestazione e un contributo, continuano a
pompare. Mi riferisco ai soldi.
Giacinto Zappacosta
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