giovedì 13 giugno 2013

CULTURA. QUANTO MI COSTI?


Tra contributi e manifestazioni. Una festa che dura tutto l’anno

Grande Gaspari: lapidario, stile asciutto ed essenziale, senza fronzoli e giri di parole. A Casalanguida, diede il meglio di sé. “Io chiuderei le mangiatoie che popolano l’Abruzzo e recupererei il danaro che va in fumo”  chiosò l’ex ministro. Come dargli torto, se solo ci guardiamo attorno, nella nostra realtà vastese? Il danaro pubblico, in effetti, si perde in mille rivoli e in mille centri di spesa e, diciamo la verità, qualcuno ne approfitta. Alla faccia del debito pubblico, della crisi, delle aziende che chiudono e del letame nel quale è infognata la Regione Abruzzo. Come se niente fosse, come se vivessimo nel migliore dei mondi possibili di voltairiana memoria, le associazioni culturali continuano inesorabili a pompare soldi (pubblici). È una situazione che ho vissuto dall’interno, quando facevo parte dei probiviri (pensa un po’!) dell’associazione (culturale, appunto) denominata pomposamente L’Argonauta. Visto l’andazzo, e non c’è voluto molto, me ne sono andato. In quel breve periodo, ho visto danaro (pubblico) passare sotto il mio naso e ho risposto telefonicamente a persone che chiedevano, a più riprese, la giusta mercede per le prestazioni rese. Piccola cosa, tutto sommato pochi soldi, mi si dirà. Può essere, ma facciamo un po’ di conti, se solo la Regione si decidesse a pubblicarli sul proprio sito, e comunque consideriamo che il fenomeno è esteso dal Trigno al Tronto, passando per la dorsale appenninica, oltre lo spartiacque. Intanto, tra una manifestazione e un contributo, continuano a pompare. Mi riferisco ai soldi.


Giacinto Zappacosta  

Nessun commento:

Posta un commento