Ci siamo tutti inchinati dinanzi
a tre vittime innocenti, tre bambini ebrei trucidati da un criminale. Quello
che è successo in Francia ci riempie di orrore. Ma nessuno si impietosisce per
i bambini palestinesi, che a Gaza cadono sotto le bombe israeliane. Non mi
piace questo sistema valoriale, falso e non nuovo, per cui le vittime sono tali
solo se rientrano in parametri prestabiliti, definiti a priori. Ci sono i morti
di serie A e i morti di infima serie, quelli per il quali non piange nessuno.
Così non una lacrima, non un moto di pietà umana e cristiana per i soldati
napoletani che creparono nei campi di concentramento savoiardi, rei soltanto di
non aver voluto rinnegare il giuramento di fedeltà al Re. I massacri ad opera
dei “liberatori”, gli stupri, le ruberie attuati nel Regno delle Due Sicilie?
Ci si passa sopra, come se nulla fosse. I diritti dei singoli e dei popoli o
sono tali, universalmente riconosciuti, oppure si apre la strada all’ipocrisia.
Potremmo parlare della fine degli indigeni della Tasmania, annientati dal
colonialismo inglese (l’ultima tasmaniana morì nel XIX secolo) e di tanto altro
ancora. Ma forse è meglio fermarsi qui.
Giacinto Zappacosta
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