Mi lascia
perplesso il riferimento alla “Maiella madre”, massiccio tutto abruzzese che
non accomuna un bel niente, salvo, a occhio, una metà degli abitanti di questa
regione, potendo l’altra metà riconoscersi nel gruppo del Gran Sasso d’Italia.
Il Molise ha i suoi monti, i suoi fiumi e il suo paesaggio. Ha la sua parlata,
o parlate, che in larga misura coincide col dialetto napoletano. Altri accenti, altre tradizioni, altri stili
di vita, altre abitudini. Se la terra al di là del Trigno tornasse a fare corpo
unico con l’Abruzzo, ci troveremmo a confinare con determinati territori
(Puglia e Campania) che finora non ci hanno fatto del bene. Ci troveremmo ad
avere sei capoluoghi di provincia di cui uno, Isernia, che conta 20mila
abitanti, la metà dei residenti di Vasto. Troppo comodo chiedere ed ottenere
l’istituzione di una provincia inventata e poi pretendere una riunificazione
con l’Abruzzo, ma lasciando immutati gli assetti interni. E soprattutto, ci
troveremmo a sommare algebricamente il nostro senso civico, già non eccelso,
con quello altrui: il risultato sarebbe un bel segno “meno”.
Giacinto
Zappacosta
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