domenica 2 giugno 2013

UN PICCOLO SAGGIO SUL SAGGIO MUSICALE


L’insegnante di educazione musicale sceglie, come accade sempre più spesso, la strada larga e piana, anzi in discesa, del politicamente corretto. Strada facilmente percorribile ma sdrucciolevole. O forse sbaglio nel dire “sceglie”: gli è che una certa forma mentis ci è imposta senza che ce ne accorgiamo. I fatti: il saggio viene presentato dal docente con un discorso di circostanza che ti fa rimpiangere la sobrietà; a parte questo, l’introduzione ad una canzone connotata da uno spiccato contenuto religioso ha teleologicamente il compito di edulcorare, annacquare, immiserire. Vogliamo scherzare? Nella canzone si parla di Dio. Allora l’empito è scontato: dopo aver detto per sette o otto volte “al di là del fatto religioso”, il docente si inerpica in frasi del tipo “al posto di Dio ognuno può mettere quello che vuole, è una cosa che riguarda tutti”. Come se Dio escludesse. Ne emerge, tristemente, quel sottile fastidio nei confronti della trascendenza e del sovrannaturale, quel Dio avvertito con fastidio, come un peso, un macigno da trasportare. Benedetto uomo, se ti fai tanti problemi, lascia perdere e scegli un’altra canzone, una un po’ più laica. Da sfondo, all’esterno, ma qui la scuola non c’entra, si consuma un piccolo, quotidiano atto di maleducazione. Il posto auto riservato agli inabili perennemente occupato da chi inabile non è (foto). La strada verso la civiltà, quella vera, non quella della società liquida e senza punti di riferimento, o,se si preferisce, verso la buona educazione è tutta da percorrere.


Giacinto Zappacosta

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