Avevamo qualche sospetto, oggi ne abbiamo la certezza: a Vasto ci sono
troppi ambientalisti diversamente pensanti. Risultato: una naturale confusione.
Conoscevamo già quello storico, l’associato, il verificatore, il burocrate, il
divulgatore, il romantico e chissà quanti altri.
Però ci mancava quello “…che è sempre stato in prima fila…”.
Ora c’è, per sua stessa ammissione: l’Assessore Marco Marra.
Gli ambientalisti ringraziano, forse.
In verità a noi sembra che non ci sia nulla da ringraziare, quando ai
tanti soldi pubblici già inutilmente
spesi si pensa di aggiungerne altri 2.200.050,00 € (di cui 1.999.000,00 € da
Fondi assegnati al Patto Trigno-Sinello e 201.050,00 € da Fondi comunali) per
realizzare, all’interno della Riserva di Punta Aderci, una Pista
ciclo-pedonabile di appena 7 Km.
Se poi al nuovo sorprendente “investimento” (che dalla prima fila ci
dicono che ”Secondo gli studi di economia turistica…gli investimenti sulle
piste ciclabili si ripagano da sole nel giro di un anno.” Se così fosse, perché lamentarsi dei 700.000 € spesi per la
Pista ciclabile del Lebba? E’ passato più di un anno dalla sua realizzazione e,
quindi, si è sicuramente ripagata da
sola: peccato che non sia più percorribile) si aggiunge che su circa i 2/3 del
percorso, quello previsto sull’ex-tracciato ferroviario, attualmente è
impossibile intervenire per i dissesti idrogeologici che comporteranno
inevitabilmente una lievitazione dell’esborso pubblico, allora sì che cresce il “malumore”.
Si dirà: i soliti Bastian Contrario. Può essere, ma proviamo ad
illustrare le perplessità:
- La Pista ciclabile di Vasto Marina necessità di urgenti interventi di
manutenzione nonché adeguamenti per una fruibilità condivisa (bici e pedoni).
Quali i Progetti e quali risorse economiche a riguardo? Nessuno sa nulla.
La Pista ciclabile del Lebba versa in un totale stato di abbandono e ne
andrebbe di fatto interdetto il percorso. A quando il ripristino, con quali e
quanti fondi? Si starà a vedere.
Innumerevoli strade cittadine sono piste-avventura per pedoni, auto, moto
e ciclisti, con le buche a far da birilli per lo slalom. Impossibile una
Mappatura ed un Piano di ripristino? Quali soldi previsti per gli inderogabili
interventi, che non siano “ripezzature” naif e di durata flash.
Perché non utilizzare, da subito, i circa 200.000,00 € di Fondi comunali destinati alla futura
Pista. Poi, se e quando sarà, si provvederà per una nuova Pista.
- Tanti vastesi immaginavano che il Progetto “Via verde della costa dei
trabocchi” avrebbe interessato prioritariamente l’ex-tracciato ferroviario nel tratto Vasto Marina-Punta Penna, non
solo perché su quel litorale si trova la
stragrande maggioranza dei Trabocchi (uno solo a Punta D’erce), ma soprattutto
per le altre importanti iniziative che l’intervento avrebbe di certo permesso
e/o stimolato.
Quali? Intanto il tratto accennato è votato ad essere il prolungamento,
necessario, tra la Pista di Vasto Marina
ed i tracciati naturali della Riserva, già percorribili a piedi ed in bici.
Inoltre, il Progetto potrebbe includere l’ex-Stazione,
con un valido recupero quale Sede del
Parco della Costa Teatina con
annessa attività informativa e culturale, come ad esempio la realizzazione di
un Museo della Pesca minore e degli Orti.
Ancora, non va sottovalutato che rappresenterebbe un collegamento non
solo tra elementi ambientali (golfo, fiumi, dune, scogliera e Riserva), ma
anche tra luoghi vissuti (Riviere di San Salvo e Vasto Marina, Borgo di Punta
Penna, Lido di Casalbordino) e della memoria (il Porto romano del Trave, i porti medievali di San Nicola e di Pennaluce, le fortificazioni
federiciane, le aree archeologiche di Punta Penna, Punta d’Erce e Torre Sinello).
Inoltre, con l’eventuale incremento di altri fondi, si potrebbero
progettare percorsi ciclabili “cittadini” (Via del Porto, Fonte Joanna, Via Lota
ecc.), che sono già naturalmente collegati con il percorso costiero.
Poi, come non capire che solo la rapida realizzazione della Pista
ciclo-pedonabile su questo ex-tracciato, piuttosto che su quello già tutelato
(Riserva e SIC) di Torre Sinello-Mottagrossa, porrebbe un blocco alle speculazioni già attive ed
incentivare compatibili micro interventi turistici.
Probabilmente per fare quanto sopra si spenderebbe anche meno e si
potrebbero recuperare, aprendo eventualmente ad un concorso di idee, anche le
gallerie ferroviarie oggi interdette.
- Ci si chiede: quale logica sostiene quanto scritto dall’assessore Marra,
quando ipotizza che la trasformazione di un ambiente naturale attuata con
pesanti mezzi meccanici e l’incentivazione di un solo filone turistico (quello
dei ciclo amatori) possa stimolare la creazione del Parco della Costa Teatina.
Al contrario, risultando il tratto costiero ove il comune pensa di intervenire quello
ecologicamente più pregevole, di fatto l’Area ben conservata diventerebbe la
Riserva del Parco e, come tale, il luogo più visitato.
A proposito delle modalità di esecuzione dei lavori, le Associazioni
hanno fatto notare ai Progettistiche che i lavori dovranno riguardare
prioritariamente la sistemazione di
gravi dissesti idrogeologici ed il ripristino dei vecchi manufatti delle
ferrovie (altri soldi?): questa impattante attività è compatibile con il Piano
di Assetto Naturalistico (PAN)? E’ comunque coerente con gli obiettivi di
tutela della Riserva?
Il Comitato di Gestione nel suo Verbale del 23.01.2014 “…esprime parere
di compatibilità del progetto rispetto al PAN…”, mentre importanti
Associazioni, che annoverano qualificati esperti di discipline diverse,
sostengono che per almeno 2/3 del percorso non lo è.
Viene da chiedersi: qualora
avessero ragione le Associazioni cosa accadrà in corso d’opera, magari a
seguito di un ricorso di chicchessia? Chi pagherà se la diatriba giungesse a
conclusioni diverse da quelle dei numerosi Progettisti provinciali e comunali, del Comitato di Gestione e dei tanti altri
dipendenti pubblici che hanno espresso un “parere di compatibilità”?
Pagherà Pantalone? Noi non ci stiamo.
- In questa vicenda Pista vi sono altri elementi di forte perplessità.
Appare inverosimile che il nuovo Comitato di Gestione della Riserva
impegni ben due Riunioni, con la prima che vede addirittura il Sindaco
Presidente, unicamente per la Pista e che le Riunioni si concludono con semplici e
generiche “prescrizioni”.
Insomma, l’unico problema della Riserva è la Pista. Forse all’Organo di
programmazione, controllo e vigilanza non importa dei tanti rifiuti, anche
pericolosi, abbandonati qua e là, degli scarichi, della cartellonistica
inesistente perché distrutta, delle strade di accesso ( anche quelle in uso
quotidiano dei residenti) impraticabili e pericolose, dei tagli di alberi e
tanto altro.
Magari si pensa che è compito della Coop. Cogecstre fornire le necessarie
notizie: ma la Coop non è stata convocata e, quindi, paradossalmente, non ha
potuto (?) dire nulla, neanche sul Progetto Pista.
Incredibilmente, proprio l’Organismo deputato ad occuparsi della Riserva,
la Cogectre, cui lo stesso PAN assegna “…coordinamento tecnico-scientifico…”
che “…ha lo scopo di garantire la congruità e la compatibilità delle attività e
degli interventi all’interno della Riserva…” e che ha sempre partecipato alle
sedute, non è stato ufficialmente coinvolto.
Forse dovrà provvedere solo alle future manutenzioni. Ma con quali
risorse?
Comunque, la Stessa non ha manifestato segni di presenza. Perché?
E’ questo quello che si intende a sinistra per partecipazione?
Inoltre, ancora più paradossale è il partecipare attuale dell’ARTA al
Comitato di Gestione. Infatti, nella seduta si prende atto che dalla fase
progettuale, già sottoposta ad approvazione, al momento decisionale in atto
sono intervenuti fattori che impongono nuovi ed importanti interventi, quali
quelli connessi con le frane e la regimentazione delle acque. Ma, pur
disponendo l’ARTA di geologi, ingegneri, agronomi ed altre utili
professionalità, il Dirigente, che avrebbe potuto e dovuto interessare l’Ente per
degli approfondimenti, prima di decisioni di merito, sembra che abbia espresso il
parere favorevole senza alcuna verifica
e/o sopralluogo.
Se così fosse, si contesta sin
d’ora tale modo di operare.
Si decide sull’utilizzo di milioni
di euro e non si effettua una preventiva ed adeguata valutazione territoriale?
No, non lo crediamo possibile e, quindi, ci informeremo presso la Direzione
ARTA.
- Come cittadini di una cosa dobbiamo essere grati all’Assessore Marra: ci
ha precisato che ipotesi alternative al Progetto redatto, come l’individuazione
di un altro percorso, magari non impattante e meno costoso, “…è di fatto resa
impraticabile dall’esigenza di approvare in fretta il progetto definitivo che è
legato al finanziamento…”.
Allora viene spontaneo chiedersi, ma “…il tavolo di supervisione con le
associazioni…”, ammesso che venga istituito, a cosa servirà. Solo per avere un
contributo gratuito di idee, di cui probabilmente si prenderà solo atto, per
retribuiti Progettisti o potrà essere momento decisionale per serie varianti?
Ci si perdoni l’ironia: non sarà mica lo stesso copione del famoso Patto per il territorio del 2011, che
avrebbe dovuto “…chiudere una conflittualità tra gli operatori dell’area
industriale di vasto e le associazioni ambientaliste.”
A proposito, Sig. Sindaco, che fine ha fatto il suddetto Patto?
Questo Lei prevedeva, in un
Comunicato Stampa del 12 dicembre 2011, per la Riserva: “In base a un piano di
interventi da condividere tra tutti i soggetti è ipotizzabile prevedere in
tempi ragionevolmente brevi il finanziamento del progetto per l’ottenimento
della registrazione Emas della riserva di Punta Aderci, il finanziamento per la
realizzazione di un marchio di qualità e azioni di marketing territoriale, il
finanziamento di infrastrutture in bioarchitettura per una migliore fruizione
dei luoghi e realizzazione di percorsi per portatori di handicap ed il
finanziamento di un centro visita e eventuali progetti obiettivo da individuare
con l’Ente gestore finalizzati alla didattica ambientale.”
Oggi: ruspe in Riserva.
Tempi (più) moderni.
- Vi è un altro importante aspetto da sottolineare: l’intervento può già
definirsi come “la Pista delle divisioni”.
Infatti abbiamo notato che un Comunicato Stampa è stato condiviso solo da
ARCI, FAI, Italia Nostra e Comitato cittadino. Pur evidenziando con chiarezza
il documento che “…l’intervento potrebbe rappresentare una valorizzazione
dell’Area Protetta.” ma “ …si ribadisce una decisa contrarietà alla ipotesi di
realizzare una parte del percorso, di circa 2,5 km, sull’ex-tracciato
ferroviario che va da Torre Sinello a Mottagrossa…” non ha trovato nessuna
disponibilità dell’Amministrazione a condividere le preoccupazioni ed i
suggerimenti.
Ma cosa pensano il WWF, gli Amici di Punta Aderci e la Lega Ambiente? Per
adesso nicchiano soltanto, fanno incontri riservati o aspettano un nuovo Progetto?
Non lo sappiamo.
Non è che alla fine dovremo prendere atto, a malincuore, che i paladini
della tutela della Riserva intervengono con veemenza su “attività” private,
anche minime, mentre tacciono sulle ruspe “pubbliche” che ne invaderanno il
cuore?
Già, forse ingenuamente attendono di fare parte del “…tavolo di supervisione con le
associazioni…” previsto, a parole, da Marra. Novello Patto, cioè di nuovo il
nulla?
Speriamo vivamente che torni a prevalere lo spirito di sempre: nessuna
concessione ad interventi che si ammantano di verde, per ottenere fior di soldi
pubblici, e che poco o nulla hanno a che fare con la conservazione degli
ambienti naturali. Di ben altri interventi ha bisogno la Riserva di Punta
Aderci: basti solo pensare che i canaloni-forre di Mottagrossa sono del tutto
sconosciuti sotto l’aspetto naturalistico e non vi è nessuna valorizzazione del
patrimonio archeologico.
Chi vivrà, vedrà.
- Quello che fa più specie è che nella documentazione attualmente
visionata non si riscontra la presenza di una specifica Valutazione di
Incidenza Ambientale (VIncA).
Come è stato possibile approvare un Progetto definitivo interno alla
Riserva e, soprattutto, incluso appieno nel Sito SIC IT 7140108 Punta della Penna-Punta Aderci senza una
adeguata VIncA? Si ricorda che questa ultima deve essere preventivamente
redatta ed inclusa tra la documentazione sottoposta a valutazione.
Possono una Amministrazione comunale ed un Comitato di Gestione tirare avanti
malgrado la carenza sottolineata e l’approfondita conoscenza giuridica del
problema?
Incredibilmente proprio sulla VIncA vi è stata opposizione
ad alcune ipotesi aziendali (Biomasse ed altro).
E’ evidente che la riprogettazione, che ci si augura venga fatta, non
solo dovrà dirimere i dubbi sollevati sul rispetto pedissequo del PAN ed
includere una corretta Valutazione di Incidenza Ambientale, ma deve tenere
conto della condizione attuale dei luoghi, illustrare le indagini attuate,
prevedere le modalità di messa in sicurezza d’emergenza ed il probabile
divenire dei dissesti, chiarire dove e come si interverrà per i ripristini,
dettagliare tutti i costi (ivi inclusi quelli aggiuntivi), redigere un piano di
manutenzione ed altro di competenza, si spera, dei Progettisti, il cui costo
complessivo andrebbe ugualmente calcolato e reso noto ai cittadini.
Si vigilerà affinché la prospettata nuova pista ciclabile non faccia la
stessa fine di quelle esistenti, finendo nel mucchio dei degradi in corso e
degli interventi incompiuti.
Meet
Up Histonium 5 Stelle del M5S Vasto
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