Quando ne parliamo, ancora
oggi, la indichiamo sempre come “la Maestra”, omettendo quel prefisso “ex” che
val bene in altre circostanze e situazioni. Per noi è sempre tale, sempre la
stessa, anche dopo che ci ha lasciati. Anno scolastico 1970/71, quinta
elementare, palazzo Di Fonzo in corso Mazzini, a Vasto, insegnante Maria D’Ugo.
La sua, quella della nostra maestra, era una presenza materna ed energica allo
stesso tempo, grande figura di educatrice, capace di tenere a bada trentuno
bambinetti (nella foto manca un alunno, quel giorno assente) ai quali ha saputo
inculcare i valori e trasmettere la cultura.
Era l’epoca in cui il
Crocefisso era di casa negli edifici pubblici, senza che ciò suscitasse, come
avviene ora, pruriti di un certo tipo e polemiche un po’ provincialotte:
all’inizio della giornata, dopo che il capo-classe, non appena l’insegnante
entrava in aula, aveva intimato a tutti “in piedi”, recitavamo le preghiere.
Seguivano le correzioni dei compiti svolti a casa, poi i compiti in classe, su
apposito quaderno, le interrogazioni. Memorabili le letture dei racconti
mensili tratti dal libro Cuore, soprattutto l’episodio di “Sangue romagnolo”,
quando la maestra pianse per la commozione. E che dire della visita del
Vescovo? Fu per noi una giornata storica, preparata a lungo e con cura, con una
emozione indescrivibile. Mons. Loris Capovilla, che fu segretario di Giovanni
XXIII, il Papa buono, entrò quella mattina nella nostra aula: la maestra della
classe di fronte, più giovane, chiese alla nostra insegnante, qualche attimo
prima, “devo baciargli l’anello?”. Il Vescovo, il nostro Pastore, si mise
subito a suo agio, venendo a sedersi tra noi alunni, in un banco che in quel
momento era vuoto. Solo ora ho capito che quel suo precipitoso accomodarsi fra
noi scolari era un messaggio rivolto alla Maestra, messaggio denso di tatto e
di umiltà: “So che vuole che io mi metta al suo posto, sulla cattedra; la
ringrazio, ma preferisco non approfittare”.
Gli presentammo una piccola recita che lo fece ridere di cuore.
Avevo ancora i calzoni
corti quando Mons. Capovilla venne in visita pastorale nella chiesetta della
Madonna dei Sette Dolori, allora affidata alle cure dei Padri Cappuccini
dell’Incoronata. Al secondo banco era seduta la Maestra.
Giacinto Zappacosta
Nessun commento:
Posta un commento