lunedì 10 marzo 2014

Ricordi scolastici di tanto tempo fa



Quando ne parliamo, ancora oggi, la indichiamo sempre come “la Maestra”, omettendo quel prefisso “ex” che val bene in altre circostanze e situazioni. Per noi è sempre tale, sempre la stessa, anche dopo che ci ha lasciati. Anno scolastico 1970/71, quinta elementare, palazzo Di Fonzo in corso Mazzini, a Vasto, insegnante Maria D’Ugo. La sua, quella della nostra maestra, era una presenza materna ed energica allo stesso tempo, grande figura di educatrice, capace di tenere a bada trentuno bambinetti (nella foto manca un alunno, quel giorno assente) ai quali ha saputo inculcare i valori e trasmettere la cultura.
Era l’epoca in cui il Crocefisso era di casa negli edifici pubblici, senza che ciò suscitasse, come avviene ora, pruriti di un certo tipo e polemiche un po’ provincialotte: all’inizio della giornata, dopo che il capo-classe, non appena l’insegnante entrava in aula, aveva intimato a tutti “in piedi”, recitavamo le preghiere. Seguivano le correzioni dei compiti svolti a casa, poi i compiti in classe, su apposito quaderno, le interrogazioni. Memorabili le letture dei racconti mensili tratti dal libro Cuore, soprattutto l’episodio di “Sangue romagnolo”, quando la maestra pianse per la commozione. E che dire della visita del Vescovo? Fu per noi una giornata storica, preparata a lungo e con cura, con una emozione indescrivibile. Mons. Loris Capovilla, che fu segretario di Giovanni XXIII, il Papa buono, entrò quella mattina nella nostra aula: la maestra della classe di fronte, più giovane, chiese alla nostra insegnante, qualche attimo prima, “devo baciargli l’anello?”. Il Vescovo, il nostro Pastore, si mise subito a suo agio, venendo a sedersi tra noi alunni, in un banco che in quel momento era vuoto. Solo ora ho capito che quel suo precipitoso accomodarsi fra noi scolari era un messaggio rivolto alla Maestra, messaggio denso di tatto e di umiltà: “So che vuole che io mi metta al suo posto, sulla cattedra; la ringrazio, ma preferisco non  approfittare”. Gli presentammo una piccola recita che lo fece ridere di cuore.
Avevo ancora i calzoni corti quando Mons. Capovilla venne in visita pastorale nella chiesetta della Madonna dei Sette Dolori, allora affidata alle cure dei Padri Cappuccini dell’Incoronata. Al secondo banco era seduta la Maestra.


Giacinto Zappacosta       

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