Associazione
civica Porta Nuova – Vasto
La politica è divenuta un prodotto. Si produce –e si vende-
consenso politico così come si produce e si vende un detersivo. E come nessun
consumatore compra un detersivo per la sua formula chimica di composizione,
così nessun elettore dà il suo voto sulla base di un programma (salvo che abbia
un interesse particolare da difendere). Il programma, quando c'è, è di
facciata; per il resto bastano un paio di slogan che ne rendano l'immagine. Non
stupisce, in queste condizioni, che tanto l'informazione quanto il dibattito
pubblico sulle più rilevanti questioni regionali sia, a elezioni imminenti,
ancora pressoché a zero.
Ecco, se questa è la situazione non saremo certo noi a cambiarla. Una
parola però vogliamo dirla, una parola ai pochi che si interessano ancora alle
questioni reali.
Ci occuperemo, in 4 comunicati
stampa, dei temi seguenti:
1) il piano di raddoppio del
porto di Vasto;
2) il Parco Nazionale della Costa
Teatina;
3) la qualità dell'aria;
4) il COASIV.
1. Il piano di raddoppio del
porto di Vasto.
Il traffico commerciale
marittimo, per sua natura, interessa sopratutto i traffici di medio e lungo
raggio. Sembrerebbe logico[1]
attendersi una pianificazione portuale per lo meno di livello nazionale. Ma in
Italia sulla portualità legiferano le Regioni... In Abruzzo neanche quello. Non esiste una pianificazione portuale di
livello regionale. Il Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT),
avviato nel dicembre 2003(!), attende ancora di essere approvato. Nel frattempo
ognuno va per la sua strada: come Vasto stanno già facendo Pescara e Ortona.
Lo scorso 28 gennaio il Consiglio
Regionale ha approvato all'unanimità[2] e
senza la benché minima discussione la proposta, promossa dal COASIV, del nuovo
Piano Regolatore del Porto di Vasto (PRP), che ne prevede il raddoppio. La
stampa locale, con l'obiettività già in passato dimostrata[3], ne
ha dato notizia tra squilli di trombe e colpi di grancassa. Non ha detto però, la stampa locale, che il
Consiglio Regionale all'atto dell'approvazione ha recepito, né poteva fare
altrimenti, le condizioni poste dal Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici già nel giugno 2013:
a) la modifica dell'imboccatura, da attuarsi "prima dell'avvio
delle attività di progettazione"; b)
"la preliminare verifica della sostenibilità dei traffici stradali e della
fattibilità tecnica ed economica dell'intervento relativo al traffico
ferroviario"; c) la condizione,
che "assume valenza prescrittiva", per cui "appare necessario
che qualsiasi politica di investimento pubblico [...] sia indissolubilmente
legata" a uno scenario già avviato di partecipazione finanziaria dei
privati; d) la dismissione
dell'attuale approdo turistico, prima della definitiva attuazione del PRP.
Si tratta di quattro condizioni
piuttosto impegnative, tre delle quali andranno preliminarmente verificate.
Poi, naturalmente, c'è la procedura di VIA, che la la Delibera del Consiglio
Regionale prevede "per le opere puntuali di progetto".
In sintesi: la realizzazione è ancora lontana, ma il progetto di
raddoppio del porto è ormai passato. La nostra è stata tra le pochissime voci
che si sono opposte. Troppe volte e troppo a lungo abbiamo esposto le nostre
ragioni[4]
perché ancora valga la pena di tornarci.
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