mercoledì 14 maggio 2014

ELEZIONI REGIONALI: QUESTIONI DI FATTO E SCONSIGLI PER GLI ACQUISTI

 

Associazione civica Porta Nuova – Vasto
 
 
 
 
La politica è divenuta un prodotto. Si produce –e si vende- consenso politico così come si produce e si vende un detersivo. E come nessun consumatore compra un detersivo per la sua formula chimica di composizione, così nessun elettore dà il suo voto sulla base di un programma (salvo che abbia un interesse particolare da difendere). Il programma, quando c'è, è di facciata; per il resto bastano un paio di slogan che ne rendano l'immagine. Non stupisce, in queste condizioni, che tanto l'informazione quanto il dibattito pubblico sulle più rilevanti questioni regionali sia, a elezioni imminenti, ancora pressoché a zero.
Ecco, se questa è la situazione non saremo certo noi a cambiarla. Una parola però vogliamo dirla, una parola ai pochi che si interessano ancora alle questioni reali.
Ci occuperemo, in 4 comunicati stampa, dei temi seguenti:
1) il piano di raddoppio del porto di Vasto;
2) il Parco Nazionale della Costa Teatina;
3) la qualità dell'aria;
4) il COASIV.
 
1. Il piano di raddoppio del porto di Vasto.
Il traffico commerciale marittimo, per sua natura, interessa sopratutto i traffici di medio e lungo raggio. Sembrerebbe logico[1] attendersi una pianificazione portuale per lo meno di livello nazionale. Ma in Italia sulla portualità legiferano le Regioni... In Abruzzo neanche quello. Non esiste una pianificazione portuale di livello regionale. Il Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT), avviato nel dicembre 2003(!), attende ancora di essere approvato. Nel frattempo ognuno va per la sua strada: come Vasto stanno già facendo Pescara e Ortona.
Lo scorso 28 gennaio il Consiglio Regionale ha approvato all'unanimità[2] e senza la benché minima discussione la proposta, promossa dal COASIV, del nuovo Piano Regolatore del Porto di Vasto (PRP), che ne prevede il raddoppio. La stampa locale, con l'obiettività già in passato dimostrata[3], ne ha dato notizia tra squilli di trombe e colpi di grancassa. Non ha detto però, la stampa locale, che il Consiglio Regionale all'atto dell'approvazione ha recepito, né poteva fare altrimenti, le condizioni poste dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici già nel giugno 2013:
a) la modifica dell'imboccatura, da attuarsi "prima dell'avvio delle attività di progettazione"; b) "la preliminare verifica della sostenibilità dei traffici stradali e della fattibilità tecnica ed economica dell'intervento relativo al traffico ferroviario"; c) la condizione, che "assume valenza prescrittiva", per cui "appare necessario che qualsiasi politica di investimento pubblico [...] sia indissolubilmente legata" a uno scenario già avviato di partecipazione finanziaria dei privati; d) la dismissione dell'attuale approdo turistico, prima della definitiva attuazione del PRP.
Si tratta di quattro condizioni piuttosto impegnative, tre delle quali andranno preliminarmente verificate. Poi, naturalmente, c'è la procedura di VIA, che la la Delibera del Consiglio Regionale prevede "per le opere puntuali di progetto".
 
In sintesi: la realizzazione è ancora lontana, ma il progetto di raddoppio del porto è ormai passato. La nostra è stata tra le pochissime voci che si sono opposte. Troppe volte e troppo a lungo abbiamo esposto le nostre ragioni[4] perché ancora valga la pena di tornarci.

 

Nessun commento:

Posta un commento