giovedì 4 dicembre 2014

COMUNICATO E STRAFALCIONI


Quando l’Arci litiga con la lingua italiana

La punteggiatura è andata a farsi benedire. Semplicemente Salvatorelli non ne ha contezza. Il massimo rappresentante dell’Arci, però, con la sua uscita sdrucciolevole, ha avuto un merito, quello di rendere palese che certe associazioni, radicate nel territorio, ma a digiuno di ortografia e sintassi, hanno un rapporto perverso con la cultura. Il lettore si armi di coraggio e di pillole anti-vomito e si incammini da solo nel campo minato, quel periodare che grida vendetta al cospetto di padre Dante, oltre che di Dio. Ce n’è per tutti i disgusti, e per davvero si fa fatica ad elencare tutte le mostruosità contenute nell’elzeviro. Soprattutto quando l’estensore parla di professionalità, sì proprio di professionalità. Ecco l’empito: “… ma lasci stare la professionalità dell’Arci di Vasto perché c’è ne a iosa … e a ricaduta le stesse competenza c’è le hanno i miei collaboratori”. Scritto proprio così. Un bambino della seconda elementare non farà fatica a trovare i macroscopici orrori contenuti nel testo. Questi signori si occupano di cultura e di promozione culturale. A spese nostre.

Giacinto Zappacosta  

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