La celebre scena,
magistralmente resa da Leonardo Sciascia in “Candido”, ne è una semplice
anticipazione. La mente corre a quelle pagine nelle quali l’autore siciliano
prende per i fondelli, più che il gruppo dirigente dell’allora Pci, una forma
mentis, un’attitudine provincialotta e allergica all’abbiccì. Candido dunque,
il protagonista, prorompe in uno di quegli empiti storici, una frase che crea
scompiglio e smarrimento, vago senso di ansia, quell’ubbia tanto indefinita
quanto fastidiosa: “Bravo, hai parlato come Foma Fomic”. L’espressione,
proferita a mo’ di sfida in ambiente comunista, necessita immantinente di una spiegazione. Che arriva puntuale da centinaia di chilometri, da Torino, dove
milita un compagno che ha dimestichezza con la grande letteratura russa.
Senza volermi
paragonare a Sciascia, e neanche al suo personaggio, devo notare, con un
pizzico di soddisfazione, che la mia nota di qualche giorno fa, polemica ma
garbata, così almeno spero, ha suscitato un piccolo vespaio nell’ambiente
vastese che fa riferimento al Salvatorelli e ai suoi collaboratori. È facile
immaginare il rapido e nervoso scambio di battute: “Che vuole Zappacosta, che
cosa ci rimprovera? Perché si accanisce poi in modo particolare su quella frase
che a me sembrava tanto bella? Sì, quella che vi ho fatto leggere e che
nessuno, cazzo, mi ha detto che era sbagliata, quella frase dove dico … ma lasci stare la professionalità
dell’Arci di Vasto perché c’è ne a iosa … e a ricaduta le stesse competenza c’è
le hanno i miei collaboratori”. Detto, fatto. In un lasso di tempo
quantificabile nel manzoniano “concitato imperio e celere ubbidir” si provvede
a contattare idonea figura professionale che, presa la matita bi-punta color
rosso e color blu, corregge in un attimo quella frase, quasi scusandosi: “può
capitare, sono cose che succedono, errori di distrazione”. Sta di fatto che,
sulla pagina facebook, il celebre comunicato stampa, faticosamente messo in
piedi per rispondere a Marco di Michele Marisi, che sarà insolente ma ha
dimestichezza con la penna e il calamaio, appare ora purificato delle sue
aberrazioni più evidenti. Non proprio il massimo per un comunicato stampa, ma
almeno è un passo in avanti.
Giacinto Zappacosta
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