mercoledì 10 dicembre 2014

La gomma cancella gli errori non la vergogna


La celebre scena, magistralmente resa da Leonardo Sciascia in “Candido”, ne è una semplice anticipazione. La mente corre a quelle pagine nelle quali l’autore siciliano prende per i fondelli, più che il gruppo dirigente dell’allora Pci, una forma mentis, un’attitudine provincialotta e allergica all’abbiccì. Candido dunque, il protagonista, prorompe in uno di quegli empiti storici, una frase che crea scompiglio e smarrimento, vago senso di ansia, quell’ubbia tanto indefinita quanto fastidiosa: “Bravo, hai parlato come Foma Fomic”. L’espressione, proferita a mo’ di sfida in ambiente comunista, necessita immantinente di una spiegazione. Che arriva puntuale da centinaia di chilometri, da Torino, dove milita un compagno che ha dimestichezza con la grande letteratura russa.
Senza volermi paragonare a Sciascia, e neanche al suo personaggio, devo notare, con un pizzico di soddisfazione, che la mia nota di qualche giorno fa, polemica ma garbata, così almeno spero, ha suscitato un piccolo vespaio nell’ambiente vastese che fa riferimento al Salvatorelli e ai suoi collaboratori. È facile immaginare il rapido e nervoso scambio di battute: “Che vuole Zappacosta, che cosa ci rimprovera? Perché si accanisce poi in modo particolare su quella frase che a me sembrava tanto bella? Sì, quella che vi ho fatto leggere e che nessuno, cazzo, mi ha detto che era sbagliata, quella frase dove dico … ma lasci stare la professionalità dell’Arci di Vasto perché c’è ne a iosa … e a ricaduta le stesse competenza c’è le hanno i miei collaboratori”. Detto, fatto. In un lasso di tempo quantificabile nel manzoniano “concitato imperio e celere ubbidir” si provvede a contattare idonea figura professionale che, presa la matita bi-punta color rosso e color blu, corregge in un attimo quella frase, quasi scusandosi: “può capitare, sono cose che succedono, errori di distrazione”. Sta di fatto che, sulla pagina facebook, il celebre comunicato stampa, faticosamente messo in piedi per rispondere a Marco di Michele Marisi, che sarà insolente ma ha dimestichezza con la penna e il calamaio, appare ora purificato delle sue aberrazioni più evidenti. Non proprio il massimo per un comunicato stampa, ma almeno è un passo in avanti.


Giacinto Zappacosta

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